RIVAROLO CANAVESE – Si terranno domani, venerdì 16 dicembre alle 11 nella chiesa parrocchiale di San Alfonso (corso Tassoni) a Torino, i funerali di Giancarlo Clara, storico docente di storia e filosofia del Liceo Aldo Moro.
Clara, 55 anni, si è spento a Torino. Sono moltissimi, sui social, gli ex allievi che hanno lasciato un pensiero dedicato a lui. L’IIIS “Aldo Moro” ha voluto ricordarlo con un suo scritto, risalente al 28 ottobre 2013, pubblicato sul giornalino online della scuola “The IIS Moro Times”in occasione della fondazione. Eccolo:
“Ottenni il mio primo incarico giornalistico in una tipografia di Settimo Torinese nel lontano 1980. Ero arrivato fin lì grazie ad uno zio che conosceva un importante giornalista della redazione sportiva de “ La Stampa” che conosceva un’ altro giornalista de “La Stampa” che mi presentò ad un ancor meno importante giornalista di “ Stampa Sera” che però dirigeva anche un periodico settimese, classico esempio di incarico ottenuto col sistema dell’ “Aumm – Aumm”, come lo definiscono nei paesi anglosassoni dove risulta essere molto sviluppato. Tra lynotipe che producevano barrette di piombo destinate ad imprimere inchiostro sulla carta, secondo l’ antico ma efficace modello Gutemberg, ricevetti la consegna di intervistare il presidente della locale squadra di calcio, proprietario di un grosso mobilificio che rendeva possibile la pubblicazione del giornale con l’ acquisto di importanti spazi pubblicitari.
All’epoca scrivevo gli articoli su una “Olivetti lettera 32”, macchina da scrivere portatile regalatami da mio nonno (lui sostenne sempre di avermela solo prestata, non ci mettemmo mai d’accordo sulla vicenda).
Scrivevo?
In realtà gli articoli erano battuti a macchina su mia dettatura da un mio carissimo amico che, avendo frequentato l’ alberghiero ed avendo studiato dattilografia sapeva utilizzare sulla tastiera non soltanto gli indici ed i pollici.
Dopo qualche tempo, grazie ad un’ amica che conosceva una suora di Maria Ausiliatrice che conosceva un redattore della casa editrice “ SEI “ che conosceva un redattore di un importante giornale cattolico ottenni una collaborazione allo stesso giornale. La redazione era praticamente invasa da documenti cartacei di vario genere e carta straccia che solo episodicamente finiva nei cestini. Gli strumenti di lavoro erano delle monumentali, antiche macchine da scrivere Underwood la cui struttura ricordava vagamente l’ Altare della Patria.
L’ umorale direttore esigeva che ogni martedì, giorno in cui “ si andava in macchina”, tutto il personale si recasse in una tipografia situata in una zona semicentrale di Torino. Lì incontrai il progresso.
Gli articoli venivano trascritti, così come i titoli, su gigantesche apparecchiature dotate di un minuscolo monitor a fosfori verdi da cui emergevano per incanto i nostri articoli trasformati in colonne di carta, cerata sul retro, che dovevano essere appiccicate sui menabò, fogli di cartoncino grandi come il giornale, posti su lavagne luminose. Muniti di taglierino adattavamo strisce di testo, titoli e foto ai menabò fino alla realizzazione di questi enormi collage che poi, inseriti in un misterioso macchinario, venivano fotografati così da ricavarne un enorme foglio trasparente che avrebbe permesso la stampa in fotocomposizione.
Ottenni così in quegli anni la tessera verde oliva da giornalista pubblicista che mi permise di entrare a titolo spesso gratuito, anche grazie ad una faccia tosta che mai avrei immaginato di possedere, nei posti più impensati.
Dopo quella esperienza, grazie ad un amico che conosceva un altro amico che conosceva un finanziere che conosceva un iscritto ai sindacati autonomi di polizia, diventai collaboratore di alcuni loro giornali.
Pagavano di più , anche se il direttore faceva precedere la firma dell’ assegno da meste disamine sulle avvilenti condizione economiche in cui versava la piccola editoria.
Dopo quell’esperienza la vita mi portò altrove ed i giornali divennero, per me, una cosa da leggere e basta.
Almeno fino a quando al Moro cominciò la saga dell’ Aliante, del Melting Mind e del Nuovo Aliante. Una bella esperienza, sicuramente, frutto soprattutto del lavoro dei tanti studenti che si erano impegnati e vi avevano collaborato a vario titolo. Negli ultimi due anni un certo disinteresse ed una certa stanchezza, forse naturale dopo un’ esperienza così lunga, avevano portato alla chiusura della testata.
Oggi sembra nascere un nuovo interesse, proprio negli studenti, e così mi sono trovato a dirigere, dapprima praticamente a mia insaputa, un giornalino on line.
Che dire, sarò un direttore responsabile ma anche un po’ irresponsabile, nel senso che il giornalino dovrà essere un prodotto degli studenti che vorranno collaborare portandovi dentro non solo le attività scolastiche ma anche, in qualche misura il loro vissuto, le loro passioni (senza esagerare), i loro dubbi e le loro istanze.
Nonostante il mio luddismo latente riconosco che il web sarà il medium del futuro e quindi via col web.
Certo, però, che le lynotype…
PS Ho ricevuto un’ altra proposta di collaborazione: un certo Scellerato Egidio.
Giancarlo Clara ( il veteroprof )”
La redazione di ON porge sentite condoglianze a famigliari, parenti e tutti.
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