martedì 18 Marzo 2025
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INTERVISTA ALL’ATTORE PINO QUARTULLO

di Alessandra Hropich scrittrice per Bibliotheka Edizioni

Domanda: Sei anche architetto e nei messaggi ti presenti con il titolo.
Risposta: Il mio percorso é vasto. Ho fatto tante cose e lo scrivo.

 

Domanda: Arte e architettura, significa amare l’ arte in genere?
Risposta: Ho fatto il liceo classico per avere una formazione umanistica. L’architettura é utile per la creatività, le arti visive. L’architettura é molto utile per me e ne ho trovato giovamento come attore, regista, sceneggiatura e come architetto. Come la musica struttura i tempi in ambito artistico. Ho fatto la scuola di Proietti come attore. E l’Accademia di arte drammatica come regista. Andrea Camilleri era il mio insegnante, prezioso maestro. Come tesi di laurea, feci un progetto di un teatro sperimentale.

Domanda: Adesso cosa fai?
Risposta: Fiction “Rimbocchiamoci le maniche” con Sabrina Ferilli. Una nuova serie “ispettore Coliandro”. Con la Ferilli, riprenderemo al Sistina.

Domanda: Come sei oggi.
Risposta: Sono diventato più pignolo. Ho sempre cercato di sembrare sorridente, buono e divertente. Chi viene rispettato però è cattivo e superbo. Essere troppo alla mano non paga, voglio cambiare e diventare più cattivo. Se sei gentile, sembri un coglione. I personaggi noti sono avari, incazzati. Un noto regista dice: “Bisogna essere cattivi e godere dell’insuccesso altrui. Ho comprato un manuale per diventare cattivo. Lo sto studiando ma ogni tanto mi fermo perché vomito. Molte persone che vogliono farti del bene in realtà ti stanno facendo del male. Quando dicono: “Te lo dico per il tuo bene” in realtà lo dicono solo per il loro bene e contro il tuo. Essere spietati, cinici, dimenticare l’amicizia tra colleghi perché è un’ illusione.

Domanda: Sei riuscito a diventare cattivo?
Risposta: Sono andato in terapia per questo. La mia carenza dipende da un’ educazione che non ha incentivato la mia autostima. Sto lavorando per una ripresa. Imparare a dire no, a dire agli altri quando sbagliano e non sentirsi in colpa. Ancora oggi, quando parlano dei miei compensi, io mi sento in colpa perché il mio lavoro mi piace e mi sembra inconcepibile prendere dei soldi per questo. Debbo sorridere meno sul lavoro, se ridi poco, gli altri hanno più soggezione nei tuoi confronti. Dire meno grazie, scusa. In sostanza, più si è stronzi, meglio è!

Domanda: Sei felice?
Risposta: Sono sposato da cinque anni, prima ero fiero di essere single. Ho una donna straordinaria, di solito si cade nella routine, nella noia. Ogni giorno è un nuovo giorno. É una donna molto reattiva ed assertiva. Con mia moglie, vivo una terapia di coppia.

Domanda: Una sorpresa di tua moglie?
Risposta: Ha prenotato un albergo per una notte a Spoleto per il mio compleanno a luglio.