RIVARA – Inaugurata, domenica scorsa, 24 maggio, la stagione espositiva al Castello di Rivara – Museo d’Arte Contemporanea.
Franz Paludetto ha aperto la stagione festeggiando i tre decenni di attività del Castello con una nuova serie di roominstallation, suggerendo, trent’anni dopo, una chiusura di quel cerchio che si iniziò a tracciare nel 1985 quando, pioniere visionario, insieme all’amico Aldo Mondino, Franz scoprì l’esistenza del Castello (allora in condizioni che soltanto un pioniere visionario avrebbe potuto proiettare nell’immagine che oggi abbiamo negli occhi) e decise di trasformarlo nella sede principale della sua attività di gallerista, curatore, mentore, scopritore di talenti.
In questi trent’anni anni esperienze appassionate, di storia dell’arte, di vita, il Castello si è arricchito di una immane quantità di tracce, di segni di quei numerosi e significativi passaggi umani ed artistici che si sono susseguiti, conferendo a quel luogo un fascino ed un valore incommensurabili.
Come dimenticare le mostre“Sei Artisti Tedeschi” del 1989 (con le opere di StephanBalkenhol, Bernd&Hilla Becher, Isa Genzken, Candida Höfer,..); “Itinerari” del 1991 (con la sala di Felix Gonzalez-Torres); “Viaggio a Los Angeles” del 1992 (vengono presentate per la prima volta in Italia la “Giostra” di Charles Ray, la “Bang-Bang Room di Paul McCarty ed i lavori – Disegni – di Raymond Pettibon); la mostra ”Una Domenica a Rivara” del 1992 (di cui è ancora visibile l’azione/installazione “La Fuga” di Maurizio Cattelan)e le mostre personali di Aldo Mondino (1985-1991-2005), Gianni Piacentino (1988), Dan Graham (1991), Gordon Matta Clarck (1991), August Sander (1992), Paul Thek (1992), Allan McCollum (1993), Joseph Beuys (1993), Candida Höfer (1994), Pia Stadtbäumer(1995-2007-2010), Hermann Pitz (1990-1997-2012) e Sergio Ragalzi (1988-1998-2010),…
Nello stesso spirito internazionale, ma con sguardo calato sulle esperienze maturate in ambito italiano, Franz mette oggi a disposizione del territorio quel patrimonio enorme costituito dalle opere del Museo d’Arte Italiana, ospitato nel Castello Medievale (o Castel Vecchio) del complesso di Rivara, arricchito da nuove roominstallation, a cura degli artisti che hanno animato il movimento torinese tra gli anni ’80 ed oggi, come Francesco Sena(Il pasto di ogni giorno), Sergio Ragalzi(Black-Out), Domenico Borrelli(Zero gradi), Paolo Grassino(T), NicusLucà(Insulti), Maura Banfo(La Torre dei Sogni), Paolo Leonardo(Urban Icons), Adriano Campisi(Un gesto irriducibile), Carlo D’Oria(Interferenze), Enzo Bodinizzo(Decima), Bartolomeo Migliore(The CircleSoundz), Salvatore Astore(Amnesia), Jessica Carroll(Pianta Acquatica), Alessandro Bulgini(Decoro Urbano…), Bepi Ghiotti(CompensatingFilters), Nicola Bolla,… e nuovi giovani proposte come quelle di Valeria Vaccaro(Whatremains) e Simone Benedetto(Together Alone)
Del resto, tornando alle coincidenze, circa centotrent’anni prima, in quello stesso spazio, si consumava una storia con moltissime analogie rispetto a quella di Franz e dei suoi artisti: l’istrionico artista ed intellettuale Carlo Pittara, infatti, innamoratosi del luogo, chiamava a sé un cenacolo di artisti provenienti da diverse parti di quella che di lì a poco sarebbe stata l’Italia e da altri Paesi europei, dando vita ad un vero e proprio movimento artistico e culturale di respiro internazionale.
Una storia complessa lunga trent’anni, nata sotto la buona stella di un significativo precedente storico, raccontata da Franz Paludetto per essere “restituita” al luogo caleidoscopico che l’ha resa possibile.
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