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TORINO – Intrusioni nel sistema operativo dell’Aress (Azienda regionale servizi sanitari del Piemonte) per far figurare che il figlio del direttore amministrativo fosse in servizio quando dimenticava di timbrare il cartellino o magari era fuori sede.
Di questo è accusata una ormai ex impiegata di segreteria in un processo ripreso oggi in tribunale a Torino. La donna, difesa dagli avvocati Valentina e Giampaolo Zancan, risponde di truffa.
Il dibattimento, in cui sono al vaglio episodi risalenti al 2010, è lo sbocco conclusivo di un’inchiesta del pm Giancarlo Avenati Bassi e dei carabinieri del Nas che coinvolse il direttore amministrativo, Pietro Cicorella (che è uscito dal procedimento dopo un rito abbreviato), e il figlio, che ha patteggiato la pena
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