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In memoria delle vittime delle mafie (VIDEO)

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CUORGNÈ/RIVAROLORadici di Memoria, frutti di impegno. È questo il titolo della manifestazione organizzata da Libera con il patrocinio dei Comuni.

Nelle piazze sono riecheggiati i nomi di oltre 900 vittime delle mafie.

A Rivarolo, nel suo breve intervento il commissario Gaetano Losa ha messo in evidenza quanto in questa città, da quasi due anni commissariata, sia importante riscoprire con questi appuntamenti l’orgoglio di tornare alle urne, di scegliere liberamente e democraticamente la propria amministrazione, di dimostrare che «la comunità vuole a sa difendersi da chi per interessi diversi vorrebbe impoverirla perché – ha detto Losa – Rivarolo è una città di gente e associazioni che meritano una amministrazione al di sopra di ogni sospetto».

Poi sono stati solo i giovani i protagonisti: in doppia fila indiana, si sono dati il cambio al microfono per leggere i nomi ed i cognomi delle vittime di tutte le mafie, un elenco interminabile, segno tangibile di quanto la delinquenza organizzata abbia colpito il nostro paese ma anche di quante persone per bene, innocenti, abbiano pagato con la vita la sfortuna di essersi trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato o la volontà di non piegarsi ai ricatti mafiosi o ancora per aver avuto la forza e il coraggio di combattere le mafie.

E sull’albero della speranza i giovani hanno appuntato i nomi delle vittime per far crescere una cultura della legalità che non deve essere, è stato ricordato, uno sforzo eccezionale, ma deve essere pane quotidiano, perché proprio la scuola, per la sua natura, è fonte di legalità, di confronto, di scelte nelle quali riconoscersi alla luce del sole. È nella scuola che i giovani devono riconoscere il terreno sul quale misurarsi, con i propri limiti e le proprie difficoltà, ma è anche la scuola che deve isnegnare a superarli senza sotterfugi. Per battere le mafie insomma serve la cultura di chi non s’accontenta di quello che la “consorteria” ti concede, di chi non elemosina un favore in cambio di un altro, di chi con una furbata la sfanga oggi senza sapere come farà domani, ma la cultura di chi sa crescere e costruire il suo futuro su basi solide, trasparenti e legali.

Unico rammarico, sia di Cuorgnè che di Rivarolo, l’assenza della gente: una ventina di persone, non di più, ha scelto di dedicare una mezz’ora della sua giornata per testimoniare la sua solidarietà alle vittime delle mafie.

Guarda il servizio.

 

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