CASTELLAMONTE – Si è tornato a discutere dei parcheggi a pagamento, durante la seduta del Consiglio Comunale che si è svolta venerdì scorso.
L’oggetto era l’interrogazione presentata dai Consiglieri di minoranza Giuliana Reano e Pasquale Mazza.
Vista la scadenza dell’esperimento relativo alle strisce blu, prevista per fine novembre, i Consiglieri chiedevano di eliminare i parcheggi a pagamento, e ponevano quesiti circa piazzale Nenni, di proprietà dell’AslTo4.
«Ritengo che le strisce blu abbiano portato un po’ di ordine in città – ha risposto il vice Sindaco Giovanni Maddio – difatti lo spirito con il quale le abbiamo messe, non era quello di fare cassa ma ordine. La piazza del Bennet è per metà di proprietà dell’ipermercato e per metà del Comune, per questo i parcheggi a pagamento sono soltanto nella nostra parte. Per quanto riguarda piazzale Nenni, siccome il Comune incassa gli oneri per l’utilizzo del suolo pubblico del chiosco, si occupa dell’asfaltatura, della potatura degli alberi e dell’illuminazione, è chiaro che si tratti di un’area ad uso pubblico, e quindi siamo andati avanti in questa direzione.»
«Però non esiste alcuna convenzione con l’Asl – ha replicato Giuliana Reano – quindi lo trovo oltremodo pericoloso: se l’Asl dovesse decidere che non è corretto che voi incassiate tramite la sua proprietà, finirebbero col pagare i cittadini.»
Pasquale Mazza ha invece sollevato l’incidenza di tale posizione sul commercio di Castellamonte.
«Sono andato più volte alle riunioni dell’Associazione dei Commercianti – ha commentato Maddio – e sono le prime persone con le quali ho parlato, poiché sono le prime a poter trarre vantaggio o danno. Abbiamo anche cercato di mettere in atto forme di abbonamento per residenti e commercianti, nonché messo a disposizione un bacino di 25 posti che possono essere affittati. Ora – ha concluso – andremo ad analizzare quali zone blu “funzionano” e quali no.»
Per eliminare i parcheggi a pagamento sono state raccolte circa un migliaio di firme, che però non sono mai arrivate in Comune. A spiegarne il motivo è stato Pasquale Mazza che ha giustificato il fatto, spiegando che con le firme non sono stati raccolti i dati relativi alle carte d’identità, e quindi non potevano essere ritenute valide, ma hanno comunque offerto una panoramica precisa della volontà dei cittadini.
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