SPORTIVI E… – Sport ed educazione: con De Gregorio la “ricetta” per dare un giro di vite (VIDEO)

RIVAROLO CANAVESE – Se si parla di calcio e di sport con un personaggio dell’esperienza e della preparazione di Vitaliano De Gregorio alla fine si finisce sempre per affrontare argomenti importanti, a volti anche un po’ “spinosi”. E’ quello che è successo in occasione dell’ultimo incontro con l’ex dirigente di calcio che vive a Rivarolo, uno che segue il mondo sportivo a 360 gradi, si mette a disposizione degli altri, comprende a bene dinamiche, difficoltà, ma anche storture.

Proprio queste ultime sono state argomento dipanato nell’occasione, legato in particolare al binomio sport-educazione, che ancora una volta di recente è finito al centro dell’attenzione per un episodio davvero poco illuminante. Nello specifico, due genitori, nel corso di una gara di calcio categoria Pulcini, hanno aggredito l’allenatore dopo che questo aveva richiamato loro figlio fuori dal campo. Pensavano volesse sostituirlo, mentre invece il mister voleva semplicemente legargli la scarpa slacciata… Un episodio che deve far riflettere, ma anche allo stesso tempo spingere ad un cambiamento.

“Purtroppo sono episodi che riguardano diversi ambienti calcistici, ma non solo – interviene De Gregorio – Se parliamo del football tradizionale, potrò apparire troppo drastico ma metterei dei paletti ben definiti: in primis, come accade nella musica, nella danza o in altre discipline dello sport, i bambini e le bambine dovrebbero allenarsi e prepararsi senza la presenza dei genitori, ai quali permettere di assistere solo ad un “saggio di fine stagione”, per far capire loro come i figli sono cresciuti e migliorati. Personalmente fino ad una certa età vieterei addirittura l’ingresso sugli spalti a genitori e nonni, che troppe volte finiscono per essere “protagonisti” di episodi che con lo sport non centrano nulla”. Vitaliano non è uno che ci va leggero…ma lo fa solo per uno scopo ben preciso: “A par mio i giovanissimi devono andare in campo solo con la voglia di divertirsi. Invece, sempre più spesso la gioia, l’allegria, la felicità che ti regala uno determinato sport non li vedi più nei volti e negli occhi di questi bambini”.

Che secondo De Gregorio sono sin troppo “pressati” da ciò che li circonda: “Il bisogno di fare risultato, l’obbligo di vincere, il discorso classifica sono deleteri secondo me se si parla dei più piccoli. Devono approcciarsi alla disciplina che praticano senza pressioni, avendo il diritto di sbagliare e di imparare dagli errori, dalle sconfitte. Se non permettiamo loro di capirlo adesso, poi cosa potranno insegnare alle generazioni successive, se non la necessità di fare tutto per un unico scopo, quello di arrivare ad ogni costo”.

Nino, che è padre e anche nonno, dice la sua pure sulla scuola: “Non voglio sollevare un polverone, ma anche questo “tempo pieno” che permette ai giovani di iniziare attività extrascolastiche solo dopo le 17 non aiuta. Bisognerebbe rivedere un po’ di cose, dato che i ragazzi e le ragazze hanno bisogno di sfogarsi, di stare all’aria aperta, come facevamo noi alla loro età”. Il rivarolese, infine, chiede più attenzione da parte di istituzioni e club: “Sono le Federazioni, ma anche le società che devono porre rimedio a certi fattori. L’educazione si impara prima di tutto in famiglia, ma è pur vero che in altri ambienti si migliora, si matura, si impara. Siamo in tempo per correggere certi errori, per far sì che episodi come quello raccontato all’inizio non si ripetano più.