CASTELLAMONTE – Tutto è pronto per la 63° edizione del Carnevale Storico di Castellamonte.
Quest’anno il tradizionale piatto è stato disegnato da Guglielmo Marthyn, artista e ceramista, e realizzato da Maurizio Grandinetti.
La manifestazione, che prenderà il via il 1° febbraio con la presentazione in sala Consigliare delle damigelle e dei terzieri, quest’anno sarà ricca di novità e sorprese.
Innanzitutto l’uscita dei personaggi principali che torneranno ad essere presentati e accolti dal popolo nel suggestivo contesto della rotonda Antonelliana così come vuole la leggenda.
«Verrà allestito un castello – spiega Teodoro Medaglia, Presidente della Pro Loco – da dove si affacceranno. Da sottolineare la partecipazione straordinaria del Gruppo Cavalieri “Fascino Nero”, e poi tante sorprese che non voglio svelare per non rovinare la Festa.»
LA NASCITA DEL CARNEVALE STORICO
Nel 1386 la popolazione di Castellamonte entrava in ribellione con la nobiltà pretendendo libertà personale, alleggerimenti fiscali, indipendenza comunale.
In quell’epoca il Conte di Castellamonte era un tale Uguccione, tristemente noto per la sua crudeltà, mentre la sua sposa Isabella di Montebello, vittima innocente del tiranno, era stimata per la sua generosità e affabilità da tutti i paesani. Degenerata la ribellione i castellamontesi davano l’assalto al castello, se ne impadronirono e lo incendiarono trucidando tutti gli occupanti che erano scampati alle fiamme. Poiché la salma della contessa Isabella, che si sarebbe voluta risparmiare, non venne rinvenuta, la si credette incenerita nel torrione distrutto dalle fiamme, tutto il paese la pianse morta. Isabella, tramite un sottopassaggio segreto era fuggita verso la Crus del Ciàp e si era salvata , successivamente grazie a lei ci fu la riappacificazione tra la nobiltà ed il popolo.
Ci fu grande esultanza popolare e dal Castello partì una grande fiaccolata, capitanata da tre antichi terzieri, uno di essi veniva soprannominato “Primo Console” ed erano assistiti dal Clavario, che scese fino al Borgo dove la contessa venne nominata “Bela Pignatera”, le fu assegnata una corte d’onore composta dalle sette damigelle, rappresentanti le sette porte di Castellamonte, e da quel momento ogni anno veniva celebrato il carnevale di Castellamonte il martedì grasso.
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