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CASTELLAMONTE – Il mondo dell’arte piange la scomparsa di Giovanni Matano

Ricoverato all'ospedale CTO di Torino dal 16 agosto, purtroppo non ce l'ha fatta

CASTELLAMONTE – Mondo dell’arte in lutto. Purtroppo Giovanni Matano, 80 anni, ceramista, scultore, pittore ed ex docente, non ce l’ha fatta. Era ricoverato all’ospedale Cto di Torino, da sabato 16 agosto 2025, in seguito ad una brutta caduta dalle scale di casa.

Era ricoverato in prognosi riservata, dopo essere stato trasportato d’urgenza al nosocomio torinese, e le sue condizioni si sono aggravate. Numerosi i messaggi di cordoglio postati in queste ore sui social.

“Maschere come stati d’animo”. È nella semplicità delle parole che Giovanni Matano, scultore castellamontese, descriveva la sua arte. Un’arte diretta, per chi la osserva, perché dritte al cuore giungono le emozioni che le sue rappresentazioni sanno comunicare. Come un salto indietro nel tempo, alle origini primordiali che ci appartengono, che fanno parte del nostro essere, pronte ad emergere con energica vitalità anche nelle più evolute fasi dell’esistenza. Elementi primordiali alla base dell’ordine delle cose, che l’artista viveva nella loro più profonda interiorità, nella nudità che rappresentano perché di essi si nutrono le popolazioni intere. Sesso, dolore, stupore, meraviglia, paura: stati d’animo che non hanno confini, di cui l’artista si serviva nella loro essenzialità senza virtuosismi plasmando tra le mani quella terra rossa di cui manteneva inalterato l’aspetto primitivo.

E dei quattro elementi di cui è costituito l’universo si sono sempre nutrite  le sue opere: l’acqua, quale sorgente di vita che rende fertile e feconda la terra; l’aria che respiriamo, energia vitale che genera vita; il fuoco, elemento dinamico che genera trasformazioni; la terra, fertile e rigogliosa, come il grembo materno che ci accoglie e ci nutre.
Nato a Cascano di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, Matano si trasferì in Piemonte negli anni ‘70 come docente di discipline artistiche presso l’Istituto Statale d’Arte Felice Faccio di Castellamonte.

Il percorso artistico di Matano, come pittore prima, come scultore successivamente, altro non è stato che un continuo dialogo con se stesso, con quel mondo che sentiva suo, permeato da quella quotidianità nuda e cruda, spogliata di qualsiasi esteriorità, che l’artista ben sapeva trasmettere attraverso i suoi dipinti o le sue sculture, mettendo in rilievo aspetti figurativi di carattere sociale.
Fu nell’84, a seguito di un incontro tenutosi a Torino con artisti importanti come Mainolfi, che Matano indirizzò i suoi studi e le sue ricerche verso l’arte primitiva, e la sfera dell’etnico divenne il filo conduttore della sua opera, segnando il percorso creativo dell’artista, che alla pittura fece seguire l’amore per l’argilla, da toccare e da plasmare.

Scrivere di Giovanni Matano, del suo essere, della sua arte, è stato bello, così come conoscerlo: la sua genuinità, la sua disarmante naturalezza, la sua totale lontananza da qualsiasi esteriorità, la sua ricchezza interiore, parlano di un mondo tanto arcaico quanto moderno e le sue maschere sono espressione di un processo storico in continua evoluzione dove la terra ancora una volta è protagonista. Di terra viveva il suo laboratorio, la sua casa, le sue opere a cui sapeva dare vita.

In occasione della Mostra della Ceramica che verrà inaugurata domani, si potrà ammirare una selezione delle opere di Matano, all’interno dell’esposizione allestita alla Fornace Pagliero, in Frazione Spineto di Castellamonte.

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