CALUSO – “Siamo solidali con l’Istituto Martinetti perchè conosciamo bene la situazione che stanno vivendo, visto che sono anni che la proviamo sulla nostra pelle, ma non siamo disposti a sacrificare i nostri spazi, già precari compromettendo il futuro del nostro istituto e dei nostri ragazzi”.
E’ questo il messaggio che tutta la componente del Consiglio d’Istituto dell’Istituto Ubertini di Caluso ha voluto comunicare durante l’importante conferenza stampa organizzata nel tardo pomeriggio di ieri, lunedì 11 marzo 2024, presso i locali dell’istituto calusiese. Presenti il Dirigente Scolastico Laura Fois, il Presidente del Consiglio d’Istituto Federico Brusa, il Vicepresidente del CDI Cristina Rolle, le docenti responsabili dell’inclusione Debora Masoero e Manuela Muzzolini, studenti e genitori, oltre al Sindaco di Caluso Maria Rosa Cena.
La motivazione che ha spinto il Consiglio d’Istituto a richiedere alla Dirigente scolastica una conferenza stampa si riferisce ad una richiesta, avanzata dalla Città Metropolitana di Torino nella persona del suo consigliere delegato all’istruzione Caterina Greco, di sottrazione di 4 aule dell’Istituto agrario in favore del vicino Liceo Martinetti.
“La detrazione di 4 aule del basso fabbricato per destinarle al Martinetti comporterebbe davvero un grande problema al nostro istituto perchè bloccherebbe la comunicabilità con il fabbricato centrale in cui si trovano i laboratori, costringendo i ragazzi a spostarsi più volte al giorno, rendendo davvero difficile la mobilità degli studenti con disabilità. A sottrazione delle nostre 4 aule la Cigtà Metropolitana aveva in mente di concederci l’uso di altre del Martinetti. Siamo un istituto in crescita, il prossimo anno scolastico in virtù dell’aumento delle iscrizioni ci saranno due classi in più e, da sempre, l’Ubertini è il portabandiera dell’inclusione e dell’accoglienza di tutti gli studenti.
Questa transizione di aule causerebbe un notevole disagio andando a creare delle vere e proprie barriere architettoniche per questi studenti. Sono state studiate diverse soluzioni con i tecnici di Città Metropolitana, tra cui la creazione di un corridoio, che non risolverebbe però il problema per i ragazzi disabili. Nel convitto non è possibile adibire nuove aule perchè sono inagibili e hanno una diversa destinazione d’uso. Si era anche pensato di chiedere al Comune di Caluso alcune aule che sono di sua proprietà, ma che richiederebbero un adeguamento e non sarebbero certamente pronte per l’inizio dell’anno scolastico” ha commentato Laura Fois.
La Città Metropolitana, grazie ai fondi del PNRR, ha investito in questo istituto importanti risorse e, ciò che non è chiaro a nessuno, è la motivazione per il quale ora voglia togliere classi ad una scuola in crescita esponenziale, di fondamentale importanza per il territorio canavesano.
“La Città Metropolitana dopo aver investito monetariamente sull’istituto non si capisce perchè ora voglia ostacolare una scuola che forma i giovani che saranno chiamati a trainare questo territorio in futuro. Gli istituti agrari sono davvero pochi e l’Ubertini è noto per formare agrari, agronomi, enologi che sono e saranno la colonna portante dell’economia del Canavese. L’importanza di questa tipologia di istituti è proprio la possibilità di usare e sporcarsi le mani, perchè è importante che il comparto agricolo venga portato avanti e, soprattutto, perchè non tutti nella vita possono diventare ingegneri, architetti o professori” ha dichiarato la Vicepresidente del Consiglio d’Istituto Cristina Rolle.
Significativo poi il messaggio che è stato rivolto dalle due docenti responsabili dell’inclusione e della disabilità, Debora Masoero e Manuela Muzzolini: “Noi siamo solidali con il Martinetti e vogliamo che questo concetto sia ben chiaro a tutti quanti proprio perchè sono anni che viviamo la loro stessa situazione. La salute dei nostri ragazzi viene prima di tutto e di tutti quanti, siamo tra i primi 10 istituti della provincia di Torino con alunni con disabilità, fisica e cognitiva, facciamo tante esperienze con loro e non possiamo risolvere i problemi dei vicini sacrificando questi spazi che sono fondamentali per la loro formazione scolastica. Pensate che per lo sportello psicologico che è attivo presso la nostra scuola il pedagogista è obbligato a ricevere gli studenti nella stanza che il personale ATA mette a disposizione per evitare che il ricevimento avvenga in corridoio. Ma non abbiamo mai pensato di risolvere questo problema chiedendo ai nostri vicini che, loro stessi, si trovano a vivere lo stesso disagio”.
La Dirigente scolastica ha fatto presente a tutti gli intervenuti che la scuola ha posto in essere tutti gli step necessari per un corretto dialogo con tutte le istituzioni, dalla Città Metropolitana stessa, e lo dimostra l’incontro avuto lo scorso venerdì con i tecnici che sono stati fino alle 14 all’interno dell’Istituto, ma anche con l’Ufficio Scolastico Regionale, nella speranza che possa essere assunta una corretta decisione, a salvaguardia degli studenti e delle famiglie che hanno scelto questo percorso di studi.
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