BROSSO – La crescita, la maturazione umana e sportiva di ogni atleta, istruttore o maestro che sia, passa attraverso la voglia di mettersi in gioco, di provare, di confrontarsi con chi conosce a fondo la disciplina che si pratica. Solo così s’impara e, successivamente, si può trasmettere ciò che si è appreso agli altri, aumentando non di poco il sapere di ogni singola persona. Se Andrea Molon, classe 1974, brossese, è un nome ed un punto di riferimento in Canavese, in Piemonte ed in Italia per ciò che concerne sia la kick boxing che la muay thay (ma non solo), è perché nella sua carriera, che lo ha visto prima “fighter”, poi in palestra ed a bordo ring a preparare e crescere i nuovi combattenti, ha fatto tanta esperienza all’estero, in particolare in Thailandia, dove ha appreso le tecniche lavorando direttamente con i veri maestri delle specialità.
Colonna portante della X1 Boxing Team Molon, per una dozzina d’anni sui ring di Italia e del mondo, il valchiusellese ha conquistato diversi titoli in varie specialità, confermandosi sempre “sul pezzo”. Poi, non potendo più duellare per le regole che impongono lo stop ad una certa età, Andrea è diventato un maestro eccellente, che oggi segue i giovani che vogliono avvicinarsi agli sport di contatto e ad alcune arti marziali specifiche.
“Ho vissuto esperienze che mi hanno permesso di maturare molto, sia come uomo che come atleta – racconta Molon – Ho capito che ad un certo punto che non bastava allenarsi, seppur intensamente, e combattere in Italia come in Europa, ma che bisognava andare nella culla per esempio del muay thay e carpire i segreti di coloro che davvero possono fregiarsi della definizione di maestro”.
Di aneddoti e di racconti il canavesano ne ha tanti, “figli” dei suoi viaggi realizzati allo scopo di migliorare sempre più. “Prendevo ferie, salivo in aereo, quindi sceso a destinazione con grande umiltà, ma anche forte determinazione, chiedevo di imparare. Ho avuto la fortuna di aver conquistato la fiducia ed il rispetto di coloro che conoscono profondamente quelle discipline e ciò mi è servito a crearmi un bagaglio di esperienza notevole”.
Che ora il brossese trasmette ai suoi allievi: “Credo che sia importante condividere ciò che si è imparato con le nuove generazioni, ed allo stesso tempo continuare a divulgare le arti marziali. Poi naturalmente per chi vuole salire sul quadrato e confrontarsi pure agonisticamente c’è spazio, mentre se si vuole apprendere tecniche che possono garantire una buona autodifesa anche in questo caso la porta è sempre aperta”.
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