NEW GENERATION – I Giovani Imprenditori Canavesani lavorano per un futuro migliore

CANAVESE – L’imprenditoria sta lavorando sodo nonostante gli ultimi anni davvero complicati. Pandemia, bollette energetiche alle stelle, guerre hanno disegnato un panorama non facile nel quale muoversi e soprattutto pianificare il futuro. Però, in Canavese, va detto che grazie all’unione di forze ed intenti qualcosa di importante sta prendendo forma.

Questo grazie all’impegno pure dei componenti del gruppo dei giovani imprenditori legati a Confindustria, che sono attualmente presieduti da Ambra Michela. La quale ha spiegato ciò che tale realtà sta realizzando.

“Ho la fortuna di rappresentare un gruppo di 36 ragazzi, che è molto eterogeneo ed è l’esempio del tessuto che caratterizza il nostro territorio. Una partecipazione che fa sì di poter dire che il Canavese è vivo, e conta aziende che hanno futuro. Esiste da parte nostra un vero attaccamento a questa zona, nella quale crediamo fortemente, nella quale c’è gente che sa fare, con radici solide ed un futuro con estreme possibilità di crescita”.

Spesso si pensa che questo territorio sia per certi versi “arretrato” rispetto ad altre realtà del nostro Bel Paese. “Invece il Canavese è al passo con i tempi. Molti credono ancora che questa sia la terra di Olivetti o dello stampaggio, mentre noi, anche attraverso un evento svoltosi a luglio, abbiamo voluto far capire che qui ci sono delle eccellenze importanti, a 360 gradi. Allo stesso tempo condividiamo il fatto che non siamo un territorio fermo. Ci sono delle difficoltà, indubbiamente: sappiamo fare, meno forse raccontare e condividere ciò che viene realizzato. Abbiamo una visione chiara di quello che sta accadendo e cosa va compiuto per andare avanti”.

I giovani rappresentano una grande potenzialità del Canavese, però troppo spesso “fuggono” per cercare di spiccare il volo nel mondo lavorativo in altri lidi. “Pure le aziende del nostro territorio stanno permettendo ai giovani di sperimentare maggiormente. Se si riesce ad aprire questo mondo a loro, i ragazzi capiranno che possono avere più spazio, non finendo per essere considerati sono come dei “numeri”, bensì delle persone che hanno potenzialità. L’attenzione nei confronti dell’individuo è uno degli obiettivi che ci siamo posti. Le persone sono importanti, sono vero e proprio carburante per le aziende. Dobbiamo far capire che non bisogna studiare per forza lontano da qui, che in realtà il territorio offre delle opportunità, anche all’interno delle nostre aziende. In questo modo lo studente potrà pure andare a studiare fuori zona, ma tornare successivamente nel proprio territorio, perché qui trova gli stimoli giusti”.

Arriviamo, come detto, da anni difficili ed altri li stiamo vivendo ora: “E’ stato un periodo complicato e sono state riscritte alcune regole, sia del lavoro che del vivere quotidiano. Va detto che la pandemia come gruppo ci ha cambiato, per certi versi, in senso positivo. Grazie ai mezzi a nostra disposizione siamo riusciti a condividere le esperienze e le problematiche di quei giorni, unendoci molto di più. Dandoci la mano l’uno con l’altro abbiamo creato una realtà formata da giovani imprenditori che si sono rivelati degli amici e che insieme, facendo sinergia, stanno crescendo insieme. Anche con i giovani avvocati abbiamo realizzato momenti condivisi che ci hanno permesso, con piccoli ma concreti gesti, di fare qualcosa di buono, come ad esempio raccogliere fondi per l’ospedale d’Ivrea organizzando una partita benefica. Questo è un esempio di classico interscambio tra aziende e territorio”.

Infine, un ultimo pensiero sui giovani ed il mondo del lavoro: “Loro rappresentano il motore del futuro imprenditoriale. Un messaggio positivo è che ci sono molti ragazzi in gamba, che non rappresentano una “macchia di sporco” della società come invece qualcuno li dipinge. Allo stesso tempo si può dire che il mondo delle aziende sta cambiando, come la cultura odierna: l’attenzione riguardo il benessere sul posto del lavoro non è una semplice parola, sta diventando realtà. C’è una indubbiamente ancora una fase di stallo, viste pure le differenze tra le varie generazioni, ma si sta facendo di tutto per trovare un “linguaggio” che permetta il dialogo tra società e giovani, in maniera da far collimare necessità e i bisogni”.

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