giovedì 13 Febbraio 2025
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FOCUS – Luca Sgarbossa alla scoperta del mondo, tra mille avventure (VIDEO)

CUORGNÈ – Raggiungere mete straordinarie, viverle in maniera profonda, cogliendo ogni emozione offerta, è parte integrante della vita di Luca Sgarbossa, cuorgnatese di origine ma da un anno residente a Castellamonte, il quale negli ultimi anni ha avuto l’opportunità di girare il mondo e di mettere, nel suo personalissimo “cassetto dei ricordi”, tantissime avventure e situazioni diverse.

L’ultima, in ordine cronologico, lo ha visto raggiungere il campo base sul monte Everest, a oltre 5mila metri sul livello del mare, segnando così un’altra “tacca” nell’elenco dei luoghi più belli del mondo che ha avuto modo di vedere con i propri occhi.

Si tratta dell’ennesima esperienza della sua una carriera come guida (lui nato, lavorativamente parlando, art director), carriera che lo ha visto imbarcarsi in splendide trasferte, toccando diversi continenti e mettendosi in gioco con il giusto spirito, nonché la necessaria preparazione.

“E’ stata la mia prima esperienza sull’Everest – racconta il canavesano, profondamente legato alla montagna, che è una sua grandissima passione – Sono stati 17 giorni nei quali abbiamo avuto l’opportunità di provare delle belle emozioni, di conoscere un po’ più da vicino quello che è considerato il vero e proprio paradiso degli alpinisti. Per quanto concerne la nostra risalita sino a quota 5300 metri, è servita senza dubbio un po’ di preparazione, soprattutto riguardo l’acclimatamento, dato che si arriva in una zona dove l’ossigeno nell’aria è minore, quindi è possibile incorrere in alcune situazioni di malessere, che però con il giusto “allenamento” possono essere evitati”.

La trasferta nepalese è solo una delle tante che Sgarbossa ha vissuto negli ultimi anni. Tra queste ve ne sono state alcune decisamente particolari, come quella trascorsa in Islanda, in sella ad una bici elettrica, od un’altra in Sri Lanka, dove invece con un gruppo di persone ha macinato la bellezza di 1300 chilometri a bordo di un “tuk tuk”, il tipico mezzo di trasporto di quella nazione.

“Sono state esperienze diametralmente opposte, sia per quanto riguarda il clima, i mezzi utilizzati ma anche l’ambiente nel quale abbiamo trascorso i nostri giorni là. Da una parte un’isola dove abbiamo percorso anche lunghi tratti senza incontrare altri esseri umani, mentre in Asia ci siamo trovati in mezzo a tanta gente, la quale alla fine ha creato con noi una forte empatia”.

Vista l’esperienza che sta accumulando, è naturale chiedere a Luca un pensiero sul Canavese, territorio che conosce bene e che, turisticamente parlando, ha del grande potenziale: “Un potenziale che al momento è ancora inespresso, ma credo che con i giusti crismi possa davvero permettere di farci conoscere. Lavorando tra tutte le parti interessate in maniera sinergica, senza pigiare sull’acceleratore di un turismo di massa, ma mettendo i paletti necessari, davvero si potrebbe far sì di portare alla ribalta le ricchezze naturalistiche e culturali che caratterizzano la zona”.

Archiviata questa pagina, Luca Sgarbossa già si sta muovendo per preparare nuovi progetti: “Adesso è tempo di pianificare nuove cose, dividendomi anche con l’insegnamento al Cesma di Cuorgnè. Come abbiamo precisato all’inizio ci vuole un po’ di pianificazione e di preparazione, affinché si possa trascorrere viaggi sempre nuovi e si permette a coloro che viaggiano con noi di potersi godere nel miglior modo possibile l’avventura che si apprestano a vivere”.

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