NOASCA – Una passione nata da piccolo, coltivata nell’adolescenza e quindi sfociata in un amore incondizionato per il canto, che lo ha portato a mettersi in gioco e, alla fine, a togliersi delle belle soddisfazioni a livello personale. Federico Aimonino, che vive nella piccola ma deliziosa Noasca, ha vissuto la sua gavetta, fatta di partecipazione a tanti concorsi canori, prima di trovare la propria strada e di ritagliarsi un spazio ben definito.
Uno spazio che lo vede oggi vestire i panni di “chansonnier”, adorando proporre pezzi di artisti di grande impatto, forse non di “cassetta” come vengono denominati quelli più commerciali, però in grado di offrire emozioni profonde.
Quelle che Federico, classe 1981, ha di recente proprosto in occasione della due giorni rivolese di “Incanto Summer Festival”, dove è stato uno dei protagonisti dell’edizione che ha visto ospite d’eccezione Enrico Ruggeri.
“Il canto ha sempre fatto parte della mia vita, visto che a 5/6 anni amavo le canzoni dei cartoni animati e mi cimentavo in quelle. Poi, più grandicello, ho cercato di avvinarmi in maniera concreta a questo mondo, partecipando allo “Zucchino d’Oro”. Lì, dove ho mosso i miei primi passi, ho forse trovato quel coraggio che mi mancava all’epoca e così mi sono buttato anima e corpo nelle sette note”.
Come anticipato, tante partecipazioni pure ad eventi di alto profilo (Cantagiro, Castrocaro, Sanremo Giovani per fare degli esempi), i quali lo hanno fatto crescere musicalmente ed umanamente. “La mia dimensione l’ho poi trovata proprio con “Incanto”: con Mauro Cignetti ed il suo staff si è instaurato un bellissimo rapporto ed essere tornato anche quest’anno su quel palco è stato bello. Per di più accompagnato da un’orchestra di 60 elementi, che ha reso il tutto più speciale”.
Aimonino, come chi arriva dalla provincia, non ha certo trovato una strada in discesa. Però è convinto che il Canavese, nel complesso, sia una fucina importante dove esprimere le proprie potenzialità: “Credo, a ben guardare, che siamo poi noi che viviamo questo territorio a sminuire il reale potenziale che esiste, le grandi risorse, la voglia di fare le cose fatte in una determinata maniera”.
“Certo, io che abito a Noasca e quindi sono fuori da quello che può essere il “giro” delle città più grandi d’Italia ho dovuto fare un percorso diverso, ma questo non toglie che la passione e la bravura di chi fa musica qui sia diversa rispetto a chi vive in una metropoli”.
Dando uno sguardo al prossimo futuro, dopo il periodo del Covid che ha “bloccato” anche il mondo della musica, Federico proverà a rendere reale il sogno di un suo disco, composto da inediti: “Ci sto lavorando, ma lo sto facendo senza pressioni né fretta eccessiva. Alcune cose sono già state realizzate, altre si stanno evolvendo, seguendo le linee dettate da quei musicisti che mi ispirano da sempre. Voglio fare le cose per bene, poi vedremo il risultato finale. Ma intanto, io coltivo sempre la passione, perché senza la musica, che ci regala emozioni, non si può stare”.
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