MONTALTO DORA – Il mondo agricolo è all’esasperazione riguardo la problematica dei cinghiali. Concetto che è stato ribadito ampiamente da agricoltori, sindaci e rappresentanti della Cia Agricoltori delle Alpi in occasione di una recente riunione, che si è svolta in quel di Montalto Dora. L’appuntamento in terra eporediese è servito a confrontarsi di nuovo sulla situazione, sempre più drammatica, della proliferazione incontrollata dei cinghiali, la quale sta recando, negli ultimi anni, ingenti danni alle campagne del territorio canavesano.

I presenti, tra i quali vi erano pure il Sindaco di Montalto Dora, Renzo Galletto, il primo cittadino di Burolo, Franco Cominetto, il Consigliere comunale di Borgofranco, Luca Quacchia e il rappresentante della locale Atc legata a Confagricoltura, Sergio Tos, hanno ribadito che non servono semplicemente i ristori dei danni subiti, bensì occorrono delle soluzioni chiare, precise ed efficaci in maniera da risolvere il problema alla radice.
“Ci sentiamo abbandonati e impotenti – ha detto il Presidente di Cia Agricoltori delle Alpi, Stefano Rossotto – In questi anni abbiamo bussato a tutte le porte, senza giungere a delle soluzioni risolutive. Gli abbattimenti dei cinghiali sono rallentati dalla burocrazia, in molti casi gli agricoltori si lamentano degli Ambiti territoriali di caccia, che non sono sufficientemente efficienti nella gestione dei piani di contenimento e nei risarcimenti, ma il problema ha molte sfaccettature. Gli agricoltori non possono rimanere a guardare, per questo nel Canavese hanno protetto i campi con delle recinzioni, salvo poi scoprire che puntualmente c’è chi si “diverte” a distruggerle per far passare i cinghiali. Oltre al danno, la beffa, così non si può andare avanti”.

“I decisori politici non considerino più il cinghiale come una risorsa – è invece intervenuto Tos – ma come un problema e che gli agricoltori cerchino alleanze, in quanto, ad esempio, nel caso della peste suina viene danneggiata non solo la filiera della carne suina, ma anche quella del turismo e del trekking”. C’è unione d’intenti da parte degli amministratori locali, che nell’occasione si sono confermati uniti nell’affrontare l’emergenza causati dalle scorribande dei cinghiali, che oltre a procurare problemi seri all’agricoltura causano anche incidenti stradali, guai all’ordine pubblico ed all’economia della zona.

Nel corso dell’incontro non sono mancate le testimonianze di chi ha vegliato per notti i campi, al fine di preservarli dagli ungulati, nonché di chi ha cercato di spaventare gli animali con l’uso dei cannoni antigrandine, senza ottenere purtroppo l’effetto voluto. E’ stata anche creata una squadra di “selettori”, pienamente autorizzati all’intervento d’urgenza. Però tra burocrazia e il numero di richieste elevato, per ora il tutto si sta rivelando solo un paliativo.
“Ognuno deve fare la propria parte – ha aggiunto Rossotto – dai tavoli istituzionali alle assemblee Atc, dove si gioca il futuro della nostra agricoltura”.