SAN BENIGNO CANAVESE – Per il prossimo anno scolastico gli alunni, anche quelli che vivono più lontano dalle scuole, dovranno raggiungere le aule a piedi, o farsi accompagnare da un genitore o comunque da un adulto. Da settembre, infatti, il servizio scuolabus non sarà attivato. La causa è squisitamente economica. Da un lato il servizio con i suoi costi (che assommano stipendi di autista e accompagnatore dei ragazzi, carburante, bollo, assicurazione e quant’altro), dall’altro il numero di potenziali utenti, non sufficiente a coprire, con la propria quota, il costo in percentuale congrua. A meno di non alzare la tariffe a livelli tali da renderle improponibili.
«Nel giugno scorso abbiamo incontrato le famiglie, e abbiamo spiegato la situazione – spiega il Sindaco, Alberto Graffino – Ovviamente, prima di arrivare a questa soluzione abbiamo vagliato tutte le altre possibilità, ma nessuna era fattibile. Abbiamo anche chiesto preventivi diversi, ma i costi non erano troppo dissimili tra loro. Pertanto, se le condizioni non cambieranno, non possiamo che ribadire quanto già detto in quella sede e cioè che il servizio non potrà essere attivato». Fatti i conti della serva, il costo complessivo si aggira attorno ai 50mila euro, mentre le quote pagate dagli utenti arrivano a quota 6mila, lasciando più dell’80 per cento della spesa in capo all’Amministrazione.
La soluzione adottata, comunque, non è stata assunta a cuor leggero: «Ovviamente no. Anzi, ci spiace molto che questa sia stata l’unica strada percorribile – aggiunge il Sindaco – 50mila euro equivalgono a mezzo punto di addizionale Irpef: per un Comune delle dimensioni del nostro non è una somma irrilevante. Per cercare di andare incontro alle esigenze, comprensibili, delle famiglie abbiamo aumentato le ore del pre e post scuola, e trovato una soluzione per uno studente portatore di handicap. Ma per il resto, purtroppo, la situazione è questa».
E se da un lato ci sono le motivazioni, legittime, del Comune, dall’altro di sono quelle, altrettanto legittime, delle famiglie. Per le quali quel pulmino che passa ogni mattina a raccogliere i figli per portarli a scuola, e ogni pomeriggio per riportarli a casa, rappresenta una manna dal cielo per conciliare la gestione della famiglia con le esigenze lavorative. E per coloro che vivono lontano dalle scuole la situazione si fa davvero difficile, al punto che alcuni potenziali utenti iniziano a temere che sia messo a repentaglio il diritto allo studio. E, senza darsi per vinti, si stanno muovendo per trovare una soluzione funzionale per il prossimo anno scolastico.
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