CASTELLAMONTE – Soccorrere le persone, aiutarle, salvare vite. Non è facile. Ci si mette del proprio, ci si mette l’anima. Una lotta contro al tempo, sempre. I soccorritori accorsi sul luogo dell’incidente del mezzo dei Vigili del Fuoco di Ivrea, hanno corso disperatamente per cercare di salvare la vita a Massimo Viglierco.
Uno tra tutti Matteo Carbonatto, Croce Rossa Castellamonte, che ha soccorso e trasportato Massimo Viglierco in ospedale, e che sul suo profilo social ha scritto:
“Ci sono quelle chiamate che non vorresti mai ricevere.
Un inizio turno come molti, si ride e si scherza, in attesa di poter cenare tutti insieme, quando ad un certo punto una collega ti chiama: “Matte, si è ribaltato il camion dei Vigili del Fuoco, sono qui, la centrale vi ha già chiamato?”
In quel momento aspetti, con ansia, che quel telefono squilli, per sentirti dire di andare sul luogo dell’incidente.
L’ansia c’è perché hai già capito dalla voce fredda e tremante della tua collega che ti aspetta un servizio impegnativo…
Sali in ambulanza, accendi il motore, calcoli la strada più veloce per arrivare lì e parti! Lampeggianti, sirene e vorresti anche il potere del teletrasporto.
Passano 4 minuti e sei arrivato. Vedi la scena, metti da parte tutte le emozioni e ti concentri sul tuo lavoro.
La recinzione è da scavalcare, menomale che ci sono già le scale posizionate.
Con un colpo d’occhio però ti accorgi che la situazione era proprio grave come l’avevi immaginata, anche di più.
Metti in campo tutte le tue conoscenze, la tua esperienza e la tua voglia di poter aiutare il prossimo, dai l’anima.
Nel frattempo arrivano anche le altre ambulanze, l’elicottero e tutte le squadre dei colleghi che stai soccorrendo.
Vedi le facce, impaurite, di chi realizza che un collega, un amico, un compagno di avventure si trova a lottare tra la vita e la morte.
Il gelo, solo le voci di chi coordina i soccorsi per fare il meglio. È difficile quando sono proprio gli stessi soccorritori a dover essere soccorsi. E poi, la corsa contro il tempo, verso l’ospedale, nella speranza che la vita vinca sulla morte.
Minuti infiniti quelli che separano il luogo del sinistro e l’ospedale, specialmente perché per poter dare il massimo stai andando in un ospedale specializzato.
La strada, le macchine che si spostano e le voci dei tuoi colleghi in ambulanza, sono le uniche cose sulle quali ti concentri.
Il suono della sirena è oramai diventato indifferente al tuo cervello, però sai benissimo che c’è, che ti accompagna per tutto il viaggio.
Sei arrivato finalmente a destinazione, pensi che sia passata un’eternità, anche se hai fatto del tuo meglio per arrivare il prima possibile.
Scendi dall’ambulanza nella camera calda dell’ospedale, apri i portelloni e scarichi in fretta la barella.
Il personale dell’ospedale ti sta già aspettando, sono li, tutti pronti nella shock room, ognuno con un compito già prestabilito.
Ora è il momento di lasciare tutto in mano a loro, di riporre tutta l’attrezzatura usata e ritornare in sede. Il silenzio, nessuno fiata, tutta l’adrenalina che avevi svanisce.
Accendi l’ambulanza e ritorni verso casa, si perché in fondo la sede è un po’ come la nostra seconda casa.
Dopo poco la notizia: purtroppo Max non ce l’ha fatta…
Provi rabbia, sconforto e tanta incazzatura, ma sai benissimo che nonostante tutti avessero dato il meglio, molte volte siamo impotenti davanti alla morte.
Il pensiero si concentra solo su Max, che in un turno di lavoro qualunque, non ce l’ha fatta.
Che poi non è solo un lavoro, perché chi sceglie questa vita lo fa per passione, non solo per lavorare. Ciao Max”
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