IVREA – Monsignor Luigi Bettazzi si sta spegnendo. A dare l’annuncio oggi, 15 luglio 2023, è Monsignor Edoardo Cerrato, Vescovo di Ivrea. “sta avviando lucidamente al tramonto terreno. Preghiamo per lui”.
Monsignor Bettazzi è nato a Treviso il 23 novembre 1923. Quasi 100 anni. Un uomo semplice, diretto, vicino alle persone.
In gioventù si trasferì a Bologna, città della madre. Ordinato presbitero nel 1946, Bettazzi si laureò in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e poi in filosofia presso l’Università degli Studi Alma Mater di Bologna. Fu Vescovo di Ivrea dal 1966 al 1999. Vicino alla gente, è sempre andato a trovare le persone malate, senza seguire i “ritmi” dettati dalla Curia. Inoltre, Bettazzi è sempre stato un progressista.
Nel 1968 fu nominato presidente nazionale di Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace e nel 1978 ne diventò presidente internazionale, fino al 1985 vincendo per i suoi meriti il Premio Internazionale dell’Unesco per l’Educazione alla Pace. Fu una delle figure di riferimento per il dialogo con i non credenti e per il movimento pacifista.
Nel 1978, insieme al vescovo rosminiano Clemente Riva e al vescovo Alberto Ablondi, chiese alla Curia romana di potersi offrire prigioniero in cambio del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. La richiesta, tuttavia, venne fermamente respinta. Monsignor Bettazzi raccontò che, quando fece presente che si trattava di una vita umana e non di un fatto politico, ricevette in risposta la frase “È meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera” allora capì che la morte di Aldo Moro era ormai decisa, anche da parte della Curia.
Lo si ricorda anche per lo scambio di lettere col segretario del Partito Comunista Enrico Berlinguer, per il quale fu aspramente criticato, sulla conciliabilità o no della fede cattolica con l’ideologia marxista, o comunque con l’adesione al Partito comunista. Fu questo uno scambio d’idee importante per la cultura politica italiana, dato che all’interno di esso Berlinguer formulò la famosa definizione del PCI come partito “né teista, né antiteista, né ateista”.
Bettazzi ha sempre lottato per i diritti delle persone. Il 10 ottobre 1979 fece avere a Carlo De Benedetti il testo di una lettera aperta pubblicata, quello stesso giorno, sul «Risveglio Popolare», il settimanale diocesano: “Perché più profitto e più tecnologia riducono di 4500 lavoratori l’Olivetti?”. Bettazzi considerò inaccettabile la decisione di ridurre il personale per aumentare la produttività dell’impresa e mettere in salvo i conti: se è ben vero che l’economia è una scienza e come tale ha le sue leggi ineluttabili, è altrettanto vero che queste leggi possono essere valutate, discriminate, orientate secondo finalità diverse.
Celebre anche per le sue battaglie per l’obiezione fiscale alle spese militari, monsignor Bettazzi sostenne l’obiezione di coscienza quando ancora si rischiava il carcere.
Il 20 febbraio 1999 papa Giovanni Paolo II accolse la sua rinuncia al governo pastorale della diocesi di Ivrea, presentata per raggiunti limiti di età;[8] gli succedette Arrigo Miglio, fino ad allora vescovo di Iglesias. Da vescovo emerito si trasferì nel Castello Vescovile di Albiano, residenza estiva dei vescovi d’Ivrea.
Nel 2007 dichiarò pubblicamente che la sua coscienza gli imponeva di disobbedire e che era favorevole al riconoscimento delle unioni civili, i DICO, sostenendo le iniziative del governo Prodi e riconoscendo alle coppie omosessuali un fondamento d’amore equiparato a quelle eterosessuali.
Monsignor Bettazzi è stato nominato cittadino onorario a Rivarolo Canavese e a Chivasso.
AGGIORNAMENTO: IVREA – È morto Monsignor Luigi Bettazzi, Vescovo emerito di Ivrea
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