LEINI – La bellezza dell’arte contro le brutture delle saracinesche abbassate. La vivacità del colore contro la desolazione dei negozi chiusi. La mutabilità delle forme, che cambiano a seconda delle luce, contro l’immobilismo di una via nella quale i passaggi delle persone sono ridotte all’osso. A voler dare nuova vita ad un centro storico che, stante la chiusura dei negozi, sta lentamente e inesorabilmente morendo, Claudio Cena.
Inventore di un termine, “Filotropia”, che indica il suo modo di intendere e creare arte (e di cui ci sarà modo e maniera di parlare) e che è anche il titolo di un suo libro – catalogo; utilizzatore – unico al mondo – del filo per realizzare le sue opere (e anche di questo ci sarà modo di parlare), fresco espositore in una mostra in Svizzera e ora fermamente intenzionate a portare con i suoi quadri e le sue opere vita e colore laddove vita e colore non esistono più. «Un’idea che è nata quasi per caso – ribadisce – Volevo semplicemente trovare uno spazio per esporre, anche a Leini, le mie opere. Ho trovato dei locali che, apparentemente, potevano andare bene, ma lo spazio sui muri era limitato». Ma un ostacolo, se si ci pensa bene, può diventare anche un’importante opportunità. E così è stato: «Ho ripensato a lungo a quella situazione – prosegue – Se non si potevano sistemare i quadri alle pareti, si potevano comunque mettere a ridosso delle vetrine, laddove potevano essere visti da tutti quelli che passavano, non solo da coloro che sarebbero venuti a visitare una eventuale mostra.
Questo è stato il primo pensiero. Il secondo è stato quello di non considerare un singolo luogo, ma a tutti quei negozi, chiusi, che non danno una bella immagine del nostro paese. Una saracinesca chiusa comunica tristezza, desolazione. Una saracinesca aperta su un’opera d’arte offre un’immagine completamente diversa». E dopo i pensieri, l’azione. Contattare i proprietari degli immobili, spiegare il progetto, pulire vetrate e locali, esporre le opere, che al momento campeggiano in alcune botteghe di via Lombardore, via Carlo Alberto e via Bonis (e hanno già suscitato parecchio interesse e parecchia curiosità, nonostante il progetto non sia ancora partito ufficialmente), ma con l’obiettivo di riuscire ad aprire tutte le saracinesche, o almeno quasi tutte, nei negozi che hanno chiuso i battenti. E con il secondo obiettivo di rendere questo provvedimento strutturale, cioè fare in modo che, una volta sollevate, le saracinesche non si abbassino più grazie alla partecipazione di altri artisti. Un progetto a costo zero, che si basa quasi esclusivamente sul lavoro di Cena e che non ha l’ambizione di risolvere i problemi del commercio cittadino, ma di rendere più belle alcune strade cittadine, e magari di far tornare la gente a percorrerle anche se non ci sono negozi attivi, quello si.
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