mercoledì 26 Marzo 2025
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LEINI – Affaire Capirone: le critiche dell’opposizione

Non accennano a placarsi le polemiche intorno alla scelta dell’Amministrazione di cedere il Capirone in comodato d’uso all’Asl To 4 affinché, in quei locali, sia realizzata una Casa di Comunità

LEINI – Non accennano a placarsi le polemiche intorno alla scelta dell’Amministrazione di cedere il Capirone in comodato d’uso all’Asl To 4 affinché, in quei locali, sia realizzata una Casa di Comunità. Che, come progetto, non sarebbe male se non per il fatto che questa scelta impone il trasferimento degli ospiti in altre strutture per permettere lo svolgimento dei lavori. Situazione che i famigliari degli ospiti non hanno preso benissimo, e neppure i lavoratori e più in generale tutti coloro che in quella casa di riposo vedono uno dei simboli storici della città.

«È una questione di forma e di sostanza – commentano dal Pd – La sostanza dice che le Case di Comunità siano utili per potenziare la medicina territoriale; la forma, che in questo caso supera la sostanza, dice che ancora una volta l’Amministrazione Pittalis ha dimostrato come non solo non riesce a dialogare politicamente, calando dall’alto questo accordo senza alcun tentativo di condivisione con l’opposizione e con le parti sociali, ma addirittura, cosa ancor più grave, non si è preoccupata neppure di informare i diretti interessati. Lo scenario non ha equivoci: la scelta di cedere la struttura all’Asl è stata una scelta di questa amministrazione, che ora deve avere una volta tanto il coraggio di assumersi le proprie responsabilità». «Il nostro interesse – aggiunge il segretario Luca Torella – a differenza di quello dell’Amministrazione che pensa solo al risvolto economico, è rivolto ai dipendenti, che rischiano di perdere il posto di lavoro; agli ospiti che possono essere smistati in realtà anche lontane; ai familiari costretti a subire situazioni frutto dell’incapacità del sindaco e della sua giunta.

Una città la si rispetta. Sempre». Sul tema interviene anche il consigliere Francesco Faccilongo: «Esprimiamo la nostra solidarietà ai leinicesi che stigmatizzano l’allontanamento dei loro cari dal Capirone. Non solo, riteniamo totalmente deprecabile l’azione politica ed amministrativa fin qui attuata dal sindaco e dalla sua giunta, laddove le ragioni economico-finanziare surclassano quelle inerenti la cura e l’attenzione nei confronti di persone in condizioni di estrema fragilità, quali possono essere gli ospiti di una Rsa. Denunciamo, ancora, l’atteggiamento ipocrita nonché opportunista di una maggioranza che scriveva nel “proprio programma” elettorale (il virgolettato è d’obbligo visto che non era tutta farina del loro sacco): “…che le Istituzioni debbano dare ai cittadini segnali di efficienza, di rispetto e di partecipazione attiva”, “…il nostro obiettivo primario è che le persone con i loro diritti e doveri, le relazioni umane, la dignità, il lavoro, il rapporto con l’ambiente che li circonda, tornino al centro dell’azione

amministrativa”, “…l’ampliamento della struttura sanitaria Capirone”. A fronte di tali impegni palesemente disattesi, questo episodio rivela una postura dell’Amministrazione ben diversa da quanto annunciato quattro anni fa. Il nostro gruppo si adopererà affinché il trasferimento delle persone ricoverate al Capirone venga prorogato fintantoché l’Amministrazione non sia in grado di offrire soluzioni condivise e concordate con i cittadini interessati». Dal fronte di “Uniti per Leini” si chiedono le dimissioni dell’assessore alle Politiche Sociali: «Cedere il Capirone non è stata una scelta tecnica come vogliono far credere e come continuano a narrare. Cederlo è stata una scelta politica chiara ed evidente. Per la gestione di questa vicenda riteniamo che l’assessore alle politiche sociali, Carmela Masi, dovrebbe prima porre rimedio alla situazione e poi rassegnare le sue dimissioni». «Questa amministrazione è riuscita in ciò che nessuno in questi secoli ha mai pensato di fare – conclude la consigliera Gabriella Leone – Le tanto sbandierate promesse su trasparenza, collaborazione, sul cittadino al centro dell’azione amministrativa si infrangono rumorosamente nei fatti.

Il Sindaco Pittalis ha agito tenendo conto unicamente dell’aspetto economico. Nessuna preoccupazione per la fragilità degli ospiti, per le possibili ripercussioni psicofisiche che possono derivare dalla rottura dell’equilibrio legato ai rapporti umani. Superficialità, incapacità, indifferenza con un unico obiettivo: disfarsi del Capirone. Il sindaco non ha dato risposte ai familiari su modi, tempi e luoghi. Nessuna considerazione per lavoratrici e lavoratori. Si potevano fare scelte diverse: si poteva ampliare il Capirone, si sarebbe potuto realizzare la Casa di Comunità in altro luogo oppure si sarebbe potuto fare entrambe le cose utilizzando lo spazio circostante la medesima struttura. Non è ammissibile che il sindaco e la sua giunta smistino come pacchi postali i “nonni e le nonne” in strutture sparse per tutta la Regione per chissà quanto tempo, visto che la nuova Rsa è solo un’idea».

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