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BARBANIA – Successo per “Donne che hanno cambiato la storia” (FOTO)

L’evento organizzato in occasione della "Giornata della Donna 2023", coordinato da Patrizia Diletta Ronco, si è tenuto alla Pro Loco di Barbania ieri pomeriggio, sabato 11 marzo

BARBANIA – E’ stato un pomeriggio coinvolgente quello di ieri, sabato 11 marzo, grazie all’evento organizzato in occasione della “Giornata della Donna 2023” dal titolo “Donne che hanno cambiato la storia”, coordinato da Patrizia Diletta Ronco, che si è tenuto alla Pro Loco di Barbania ed organizzato dall’ANPI Corio-Boschi Barbania, in collaborazione con il Gruppo Culturale. Quattro storie, quattro donne protagoniste di un cambiamento, ognuna nel proprio contesto, della storia: Florance Nightingale (1820-1910), Rita Levi Montalcini (1909-2012), Giulia Avetta (1908-1987) e Tina Anselmi (1927-2016).

La prima, Florance, è stata la madre del Nursery e del Volontariato, ispiratrice di Durand nella creazione della Croce Rossa Internazionale nel 1872, grazie al suo concetto di “assistenza mobile” che fu a lei tanto caro. La sua storia è stata raccontata dalla voce del Vice Sindaco di Barbania, Maria Costantino che ha preceduto la Dottoressa Terry Alossa che ha, invece, presentato la seconda protagonista: Rita Levi Montalcini. Un nome, quello della Montalcini, che non si può non conoscere, una tra le sole 54 donne su 923 che, tra il 1901 ed il 2019, hanno ottenuto il Nobel, di cui 20 in campo scientifico. Una donna caparbia Rita che, nonostante il periodo storico nella quale è vissuta, ha dimostrato coraggio e decisione: lo dimostra la sua iscrizione alla facoltà di medicina, contro il volere del padre, e l’avvio di una Fondazione per promuovere la parità di genere in ambito scientifico.

Restando nel territorio canavesano, Valerio Giacoletto Papas, per il “Gruppo Culturale”, ha ricordato la figura di Giulia Avetta. Donna poliedrica, maestra, partigiana, politica, poetessa, promotrice di sostegno e sviluppo anche femminile; insegnante nel suo paese natale per quarant’anni, è stata premiata con la Medaglia d’oro all’istruzione. Coraggiosa e determinata, partecipa alla Resistenza a fianco dei partigiani e, nel 1955, è una delle prime donne italiane ad essere eletta sindaco e insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica.

Ultima, non per importanza, è stata la figura di Tina Anselmi, ricordata da Caterina Cerva. L’Anselmi, è una delle tante “Donne resistenti” che scelsero liberamente la lotta Partigiana; dopo l’armistizio dell’8 settembre, le donne non avevano obblighi come nel caso degli uomini, e questo rende ancora più degna di onore la scelta di coloro come Tina. L’esposizione a rischi tremendi in caso di cattura e, anche alle critiche feroci di una parte della società, permeata di pregiudizio, non fermò la sua scelta di diventare una giovane staffetta partigiana. Alla fine della guerra sviluppò la sua azione in Parlamento, e fu la prima donna Ministro della Repubblica Italiana, al Lavoro e poi alla Sanità e, infine, alla guida della Commissione parlamentare d’ inchiesta sulla loggia massonica P2 e della Commissione nazionale sulle conseguenze delle leggi razziali sulla comunità ebraica.

In chiusura del toccante evento, che è stato accompagnato dalle canzoni e musiche di Giulia Maria Bouquiè, un plauso è andato a Luciana Audo, classe 1930, prima priora di San Giuliano dopo la fine della guerra che, con i suoi racconti, rappresenta la memoria storica del periodo. Poi grazie a Gloria Maggioni, con in mano la sua “kefiyah” curda dal colore rosso, verde, giallo e bianco, il pensiero è stato rivolto necessariamente alle donne iraniane, alle afghane e alle donne curde, che da anni combattono, armi in pugno, per la libertà della loro terra. Sono partigiane dell’umanità e non si arrendono davanti a nulla con il loro celebre motto “Jin, Jiyan, Azadi”cioè donna, vita e libertà.

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