RIVAROSSA – Mezzi agricoli, animali, coltivatori e allevatori. Massiccia la partecipazione alla giornata del Ringraziamento di domenica scorsa, al punto che il pranzo ha fatto registrare il tutto esaurito, riempiendo il ristorante in ogni ordine di posti.
«Finalmente, dopo la pandemia e tutto quello che rappresentato, possiamo di nuovo celebrare questa festa in grande stile – commenta Silvia Marchetto, Presidente cittadina di Coldiretti – Pranzo compreso, che negli ultimi anni non si era potuto organizzare per le norme di sicurezza». Al termine della messa, nel corso della quale sono stati benedetti i frutti della terra ed è stata letta, in piemontese, la preghiera “del campagnin”, la festa si è spostata nell’area del Ciapei, dove erano posizionati i mezzi agricoli, per le benedizione di rito alla presenza dei labari delle varie associazioni cittadine.
Tutto bene quindi? Non proprio. Perché gli operatori agricoli di Rivarossa qualche peso sullo stomaco continuano a portarlo. «Proprio un passaggio delle predica, nel corso della messa, mi ha portata a fare una riflessione – prosegue Marchetto – Sono stati benedetti i mezzi e gli animali che ci permettono di fare il nostro lavoro, un lavoro che fornisce cibo a tutti. Un lavoro che viene, a parole, valorizzato, difeso, sostenuto, ma poi nei fatti la situazione è diversa. Nei fatti avviene l’esatto contrario. Nei fatti l’agricoltura viene danneggiata, e non c’è possibilità e volontà di far cambiare le cose». Un riferimento sin troppo chiaro alla nuova strada che, nei progetti, è destinata ad attraversare molti terreni agricoli.
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