PIEMONTE – Nata il 23 ottobre 1972 come Federazione Regionale dell’Artigianato del Piemonte, Confartigianato Imprese Piemonte ha celebrato, nei giorni scorsi, il suo cinquantesimo compleanno. Una ricorrenza importante, ricordata con una tavola rotonda a Palazzo Reale alla presenza del mondo della politica, delle istituzioni e dei vertici dell’associazione.
«Questa – ha ricordato Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – è un’occasione speciale per poter ricordare il senso di appartenenza e il valore artigiano che sono alla base della nostra associazione. Una realtà che è stata messa a dura prova dal rallentamento dell’economia reale, dai profondi cambiamenti strutturali della stessa e da una crisi che ormai si protrae da un decennio». Nel corso dell’incontro sono stati illustrati i risultati dell’indagine relativa al quarto trimestre 2022, con una particolare attenzione sulle priorità che il nuovo Governo dovrà affrontare a tempi strettissimi a tutela delle micro e piccole imprese.
Quello che emerge dall’indagine è un pesante clima di sfiducia nel prossimo futuro: le assunzioni hanno subito una notevole variazione negativa, e peggiora negativamente anche il saldo delle ipotesi di assunzione di apprendisti: «Pandemia, crisi energetica, rincaro delle materie prima, inflazione, instabilità internazionale e la guerra in corso stanno colpendo duramente le nostre imprese», prosegue. Numeri negativi anche per gli altri parametri: scendono le previsioni di produzione, scendono le acquisizioni di nuovi ordini, le proiezioni di investimenti e anche, seppure in misura più lieve, le previsioni di regolarità degli incassi. «I dati rilevati dal nostro Ufficio studi – aggiunge Felici – dipingono un evidente quadro del forte clima depressivo che stanno vivendo le nostre imprese, molte delle quali navigano a vista, perché strozzate da bollette che rappresentano un cappio al collo che spegne silenziosamente le loro prospettive di vita».
Le quattro priorità evidenziare dall’Associazione, per i quali sono attesi provvedimento urgenti, riguardano prima di tutto la riduzione della pressione fiscale, e a seguire la riduzione del caro energia, la semplificazione fiscale e l’attuazione di tutti gli obiettivi del PNRR e della riforme ad esso collegate: giustizia, appalti e fisco. «Senza interventi massicci che vadano a correggere le incongruenze del nostro sistema produttivo l’ennesima flessione congiunturale è destinata a peggiorare, indebolendo l’intero sistema economico – conclude Felici – Ricordiamoci che l’Italia è costituita prevalentemente da micro e piccole imprese radicate sul territorio».
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