LEINI – Domenica mattina. Decine e decine di atleti si preparano ad affrontare i 12 e passa chilometri della Stra Leini. Qualcuno corricchia attendendo il via, qualcuno scioglie i muscoli, qualcuno si concentra, qualcuno parla con un amico destinato a diventare di lì a pochi minuti un avversario. E qualcuno è alle prese con un problemino fisiologico da risolvere prima che inizi la corsa, e per un bel pezzo non ci sia più tempo di fermarsi. Si guarda attorno e, sotto la torre, intravede quello che probabilmente potrebbe essere un bagno pubblico. Ci sono due porte. Una è chiusa. L’altra, divelta, giace proprio dietro al grande murales dedicato a Luciano Pavarotti (chiazzato qui e là, tra l’altro, dagli escrementi di qualche piccione). E lo spettacolo che si presenta agli occhi dell’atleta “bisognoso” è di quelli poco edificanti, sufficiente a indurre chiunque a cercare un’altra sede in cui assolvere alle proprie esigenze.

La fotografia vale più di mille parole. E non si tratta di un luogo sulla strada di campagna più remota della città, dove il passaggio di persone è quasi nullo, e pertanto è difficile da individuare. E non si tratta neppure di un sito fuori dalle rotte abitualmente frequentate dai leinicesi. È, invece, un luogo in pieno centro, su quella piazza che dovrebbe essere il biglietto da visita per chi arriva a Leini, davanti al teatro che di quella piazza è il gioiellino, e che non più tardi di qualche giorno addietro ha ospitato una importante iniziativa legata al mese della prevenzione, con un gran passaggio di donne e addetti ai lavori.
Si parla spesso di decoro urbano: in questo angolo di Leinì di urbano c’è poco, e il decoro non si sa neppure dove stia di casa.