CHIVASSO – Si chiama Michele Beltritti, ha 33 anni, fa il fisioterapista (tra l’altro anche per la nazionale di ginnastica acrobatica) e ha due grandissime passioni: le moto e l’enduro.
La particolarità di questo centauro chivassese, tesserato da due anni con il Motoclub Valli del Canavese Trial presieduto da Vanni Crisapulli, è quella di aver partecipato lo scorso mese di giugno alla 26esima edizione del “Red Bull Erzbergrodeo 2022”, la prova più dura e difficile del Campionato del Mondo di Hard Enduro, in sella alla sua Husquarna TE 300 del 2016.
“Ho iniziato ad andare in moto a quattordici anni grazie anche alla passione ereditata da mio papà e, a 17 anni, ho iniziato a partecipare alle prime gare di enduro nel campionato regionale. Nel 2015 ho preso parte anche ad alcune gare di cross, sempre a livello agonistico, e due anni fa mi sono iscritto al Motoclub Valli del Canavese Trial perché la tecnica dell’enduro estremo e simile a quella del trial e, così, mi sono potuto allenare per quello che era il mio obiettivo: partecipare all’Ezebergrodeo” commenta il centauro.
Il Red Bull Erzbergrodeo si svolge in una cava di ferro ancora in attività in Austria su di un percorso lungo 35 chilometri, composto da diversi “check point”, che devono essere conclusi in un tempo massimo di 4 ore.
“Questa gara è considerata la più dura e difficile al mondo ed è sempre più selettiva. Su 1200 piloti iscritti, solo 500 passano alla gara vera e propria. La selezione avviene durante le giornate di venerdì e sabato con una qualifica di 8 minuti, ad una velocità di circa 130 chilometri orari. Io mi sono classificato 169esimo e quindi ho avuto accesso alla gara della domenica. E’ una gara difficile, quasi da pazzi. Si parte dal fondo della cava a file da 50 piloti e ogni fila parte a distanza di due minuti” – commenta Michele – che continua – “Visto la vicinanza tra tutti noi ho pensato: o parto subito o mi fanno fuori.
Ho cercato di essere il più efficace possibile e, alla prima curva, ero secondo ed, infatti, dopo la parte brutta, ero passato bene. I problemi sono iniziati con il primo check point perché era davvero tosto e c’era gente ammassata sotto che non riusciva a salire. Gli anni passati il pubblico poteva aiutare i piloti in difficoltà invece, da quest’anno, ci si poteva aiutare solo tra di noi. Ho faticato davvero tanto per riuscire a salire e ci ho messo due ore per raggiungere il check point. Una volta raggiunto, la direzione gara ha deciso di eliminare la salita precedente a quella del primo check point, bloccando chi come me era appena arrivato in cima. Perdendo tutto questo tempo sono riuscito ad arrivare all’ottavo check point con la 236esima posizione finale.
Mi è rimasto però l’amaro in bocca perché noi eravamo appena riusciti a salire dopo tutto quel tempo. Mi sono divertito tantissimo e credo che prima o poi lo rifarò. Voglio ringraziare mio papà che mi aiuta con la meccanica della moto, facendolo anche di mestiere, mia mamma che ormai è un’esperta fotografa e mia moglie che da sempre mi segue e mi supporta ” ha concluso il pilota.
L’obiettivo del prossimo anno del pilota del Motoclub Valli del Canavese Trial è la partecipazione al “Abestone 2023”, la tappa italiana del Mondiale di enduro che si tiene ogni anno sull’Abetone.
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