LEINI – Il progetto dell’Open Mall sulle aree Ata, a Caselle, è tramontato (ma le aree rimangono…), e con il progetto sono tramontate le opere a scomputo che sarebbero state realizzate sul territorio, principalmente su Borgaro, Caselle e Leini. Tramontato, quindi, il progetto della messa in sicurezza dello svincolo sulla 460 su via Caselle. Uno svincolo che, specialmente nelle ore di punta, provoca code e, spesso, incidenti.
La notizia dell’inaspettata chiusura della vicenda Open Mall è arrivata proprio in prossimità di un incontro chiesto dal Comune di Leini alla Prefettura: un incontro che voleva essere un sollecito per avviare i lavori delle tanto attese rotonde ma che, alla luce degli eventi, è diventato un momento per fare il punto della situazione e cercare di capire come muoversi. «Ringrazio la Prefettura per la disponibilità e l’attenzione – commenta il sindaco Renato Pittalis – come pure per l’intenzione di favorire un tavolo tra tutte le parti in causa, Città Metropolitana e Comune di Torino in primis, per trovare una soluzione a questo problema che si trascina ormai da vent’anni. Vent’anni di rinvii e modifiche ai progetti fino ad arrivare alla soluzione quantomeno fantasiosa di affidare la realizzazione di un intervento fondamentale per la viabilità e la sicurezza alle opere a scomputo di un’operazione commerciale già complessa di suo e messa in difficoltà dall’emergenza sanitaria».
E senza risparmiare critiche a Città Metropolitana: «Proprietaria della strada, che continua nel suo ottimo percorso di investimento sulla viabilità, costruendo rotonde con ritmo elevato ovunque tranne che a Leini. Una situazione che il Comune non è più disposto ad accettare». «Un’idea fantasiosa? Quella delle opere a scomputo erano piuttosto un’opportunità importante – ribadisce la consigliera di opposizione Gabriella Leone – La precedente Amministrazione aveva deciso di realizzare comunque quelle rotonde, con risorse proprie, in accordo con Città Metropolitana.
Il progetto era già stato approvato, e con la firma del contratto tra Comune, Città Metropolitana e società eravamo immediatamente partiti con le procedure per l’esproprio delle tante particelle di territorio. Al posto di aspettare, anche questa volta, le decisioni altrui, l’Amministrazione Pittalis avrebbe potuto agire per risolvere il problema».
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