PIEMONTE – “Alcuni dati significativi a nostra disposizione dimostrano come l‘utilizzo al part-time, in particolar modo per quanto riguarda gli infermieri e gli oss sia di fatto più che dimezzata rispetto a quello che le norme e i contratti potrebbero consentire.”
A dichiararlo è Francesco Coppolella, Nursind Piemonte, che aggiunge:
“Basterebbe una riorganizzazione dei servizi per consentire a molti colleghi, la maggior parte donne, di accedere ad un rapporto di lavoro a tempo parziale che possa conciliare con gli impegni familiari. Sono sempre tantissime le richieste che potrebbero essere soddisfatte, mentre invece ci troviamo sempre di fronte alla impossibilità di potervi accedere anche solo temporaneamente per periodi più complicati nel conciliare famiglia, figli e lavoro. Infatti il numero dei rapporti a tempo parziale (part–time) può arrivare a coprire fino al 25% della dotazione organica di ciascun profilo professionale.”
All’ ASL Citta di Torino ha accesso al part-time solo il 9,57% degli infermieri e il 3,54% degli oss
Al mauriziano gli infermieri sono al 10% e gli oss al 8.82%
All’ASL TO 3 infermieri 8,4% 0ss 5.8%
All’ASL TO 4 infermieri 10,13% oss 3.85%
All’ASL TO 5 infermieri 7,85% oss 3.08%
“Sempre difficile e complicato, nonostante richiesti, avere i dati sull’Asl Città della Salute. Come si evince dai dati le percentuali sono molto al di sotto di quelle possibili ma non esiste una politica attenta e capace di poter dare una risposta.”
“Concedere questi part time è importantissimo non solo per andare incontro alle esigenze dei lavoratori, che per la quasi totalità donne e quindi anche mamme, si trovano in difficoltà a conciliare il lavoro con la vita privata, ma anche per poter immettere nuovo personale nel mondo del lavoro, – aggiunge Giuseppe Summa, segretario provinciale NurSind Torino – infatti per la percentuale di part time mancante l’azienda potrebbe assumere personale a tempo pieno senza ulteriori costi.”
Stando a quanto spiega il segretario del Nursind, ci sono tantissimi infermieri e altri operatori sanitari che attendono impazienti di essere chiamati dalle graduatorie concorsuali.
“Chiederemo che tale istituto possa essere potenziato – conclude Summa – in quanto crediamo possa portare un duplice risultato, la conciliazione lavoro , vita privata e immissione di nuovi lavoratori nella nostra sanità.”
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