IVREA – Nel pomeriggio di oggi, sabato 26 febbraio 2022, diverse organizzazioni si sono ritrovate in in piazza Ferruccio Nazionale ad Ivrea, in presidio contro la guerra.
“Il conflitto in Ucraina, in corso dal 2014, ha assunto dimensioni e tendenze gravissime, – dichiarano – con il coinvolgimento della Russia e dei paesi della Nato, col rischio di avviare una guerra globale. I popoli devono opporsi alla follia dei governanti che per ambizioni di potere e prestigio, per conquiste di risorse energetiche, per logiche nazionalistiche, non considerano i costi umani, naturali ed economici delle guerre e degli strumenti di guerra. Questi governi non pensano al bene comune. Perciò noi, che abbiamo a cuore la sorte di ogni vita umana e dell’ambiente di vita di tutti i popoli, manifestiamo contro la guerra, contro i suoi preparativi e le provocazioni, perché la guerra non è “mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, come recita l’art. 11 della nostra Costituzione, ma al contrario peggiora la situazione: causa vittime, sofferenze, odi, distruzioni, esodi delle popolazioni, povertà e crisi energetiche.”
Presenti l’ANPI, l’Associazione Ecoredia, l’Associazione Mare Aperto, l’Associazione Rosse Torri, l’Azione Cattolica, il Centro Aiuto Vita MPV Ivrea, il Centro Documentazione Pace, il Centro Gandhi, i Sinadacati CGIL-CISL-UIL del Canavese, il Circolo PRC-SE di Ivrea, il Circolo PD e Democratiche PD di Ivrea/Cascinette, Emergency, Economia Disarmata del Movimento dei Focolari, Fraternità CISV Albiano, Good Samaritan, Il sogno di Tsige, Legambiente Dora Baltea, Libera Ivrea, Mir Ivrea, Movimento 5 stelle Ivrea, Osservatorio migranti, Pax Christi Ivrea, Sentieri di pace, Viviamo Ivrea e ZAC.
“Chiediamo pertanto al Governo italiano di essere parte attiva insieme all’Unione Europea nelle trattative per evitare la guerra; favorire un accordo politico negoziato nel rispetto della sicurezza e dei diritti delle popolazioni coinvolte; fare intervenire l’ONU nella gestione della crisi e a sorveglianza nella regione del Donbass; dichiarare l’indisponibilità a partecipare e sostenere avventure militari. E ancora di richiedere tra i gesti di distensione da parte della Russia e della Nato, il ritiro dei soldati russi dalla frontiera ucraina e la rinuncia a fare entrare l’Ucraina nella Nato e cessare le forniture di armi alle parti in conflitto. A tutti i Paesi coinvolti diciamo: fermatevi! Deponete le armi e le minacce di guerra!”
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