PIEMONTE – Mercoledì 21 aprile alcuni membri del Direttivo del Coordinamento Regionale Presidenti Consiglio di Istituto del Piemonte hanno incontrato il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il suo capo segreteria e il capo segreteria dell’Assessore all’Istruzione Elena Chiorino.
Un incontro decisamente positivo che ha gettato le basi per uno stretto dialogo tra l’Istituzione regionale e il Coordinamento, che si offre come trait d’union fra l’ente regionale e le comunità scolastiche. Questo perchè i presidenti sono in ogni singola scuola sul territorio, eletti dai genitori e previsti per legge a presiedere gli organi di indirizzo delle scuole. Il Presidente Cirio, dal canto suo, ci ha ringraziato per la fattiva collaborazione ed ha auspicato un seguito all’incontro odierno.
Dopo una breve presentazione del Coordinamento, sono state affrontate tre delle problematiche ritenute maggiormente significative e urgenti: “Progetto Scuola Sicura”, trasporti in vista della riapertura degli Istituti superiori il 26 aprile e, seppur non di stretta competenza della Regione, la questione dell’edilizia scolastica soprattutto in vista del prossimo anno scolastico.
In particolare, lo stato di avanzamento e di risultato ottenuto dal “Progetto Scuola Sicura”, progetto sperimentale tra i primi in Italia messo a punto dalla Regione Piemonte per garantire il ritorno in classe in sicurezza già dopo le festività natalizie, ha comportato un investimento di 7 milioni di euro con l’obiettivo di riportare in presenza gli alunni e rivolto agli alunni delle classi seconde e terze della Scuola secondaria di primo grado. Il Coordinamento ha richiesto delucidazioni in merito al successo di questo progetto che, come confermato da molti dirigenti scolastici piemontesi, ha faticato a decollare, tanto da indurre la Regione stessa ad abbassare la soglia minima di adesione dal 50 al 25%. L’assessorato all’Istruzione ha dichiarato che il progetto è stato riconfermato sino al 31 luglio e al 31 marzo gli studenti che avevano effettuato almeno un test sono stati 7.631, con 120 casi di positivi asintomatici. Il Coordinamento è favorevole allo screening per individuare i casi positivi e così prevenire i contagi e consentire una maggiore frequenza scolastica in presenza, per questo motivo chiede di estenderlo agli alunni delle scuole superiori. La Regione ha preso atto della proposta e la valuterà. Il Coordinamento si propone però anche come mediatore e sensibilizzatore delle famiglie proprio per incoraggiare le adesioni allo screening.
Non essendo presente alcun esponente dell’Assessorato ai Trasporti la segreteria regionale si è resa disponibile a inviare richieste e sollecitazioni, in vista di un incontro successivo. Da lunedì 26 aprile, in base al decreto legge di cui si attende l’adozione fra oggi e domani, gli Istituti probabilmente riprenderanno le attività in presenza dal 60 al 100% e saranno le stesse autonomie scolastiche in base agli spazi e all’organizzazione a deciderne le modalità. Ma il TPL come sarà organizzato? La regione ha ricordato le misure già adottate finora: la capienza prima ridotta all’80% e poi al 50%, oltre che il servizio “bus scopa” grazie al coinvolgimento dei titolari delle aziende di trasporti privati che però è decollato in alcune zone e meno in altre. Nessuna novità viene riferita sul futuro, ovvero da lunedì 26 aprile.
“Come coordinamento abbiamo fatto notare che le misure adottate non sono state realizzate, – dichiarano dal Coordinamento – sicuramente non a Torino, dove i mezzi hanno sempre circolato al massimo della capienza visto che non si è introdotto alcun controllo sul numero dei passeggeri a bordo. Pertanto è fondamentale fare tutto il possibile per aumentare i mezzi e/o limitarne la capienza, soprattutto nelle fasce orarie di entrata e uscita da scuola (7-8 e 13-14 indicativamente). Gli studenti sono già stati sacrificati abbastanza proprio a causa del trasporto pubblico inadeguato. Avremo a breve un incontro con l’Assessorato ai trasporti.
In merito al discorso dell’edilizia scolastica, consapevoli del fatto che non è strettamente di competenza regionale, è stata nostra cura avanzare la richiesta di un tavolo tra Regione, Province e Sindaci per mappare e individuare immobili da dare in uso alle scuole ora che c’è fame di spazi. Il problema dello stato di degrado o inadeguatezza di molti istituti piemontesi è sotto gli occhi di tutti. Un problema che esisteva prima dell’emergenza sanitaria frutto di continui tagli alla scuola e che, proprio in quest’anno, si è palesato ancora di più. Non tutti gli istituti, forse la minima parte, hanno la possibilità di rispettare il metro di sicurezza tra gli alunni e non vi sono le strutture adeguate per accogliere in modo decoroso e doveroso gli studenti.”
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