PIEMONTE – Il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, nella serata di ieri è tornato in diretta sui social per un aggiornamento.
“È un momento complesso – ha dichiarato – in questa fase anche il Piemonte sta uscendo, ma in modo più lento. Il professor Di Perri ha avanzato due riflessioni su questo: il Piemonte ha importato il ceppo della Lombardia e ha avuto il picco in ritardo rispetto alla Lombardia stessa e all’Emilia. Ma la tendenza dei numeri è verso il ribasso.”
Cirio ha poi sottolineato la diminuzione delle persone in terapia intensiva, e l’utilità delle OGR e dell’ospedale di Verduno: “Quando i pazienti escono dalla terapia intensiva, e sono ancora positive, possono essere trasferite, per terminare il loro processo di guarigione, alle OGR, dove in 12 giorni abbiamo allestito i posti letto, e a Verduno, per alleggerire gli ospedali piemontesi.”
Cirio ha poi sottolineato, in merito alla decisione del Ministro dell’agricoltura, di poter tornare a coltivare l’orto, che resta vietato recarsi nelle seconde case: “Non c’è orto che tenga”.
Ci si sta avviando alla fase 2, presto verranno distribuite le mascherine a tutti, e poi scatterà l’obbligo di indossarle: “Si tratta di mascherine sociali lavabili. Non posso far scattare l’obbligo di utilizzo se prima non vengono distribuite.”
Cirio ha poi dichiarato che oggi verrà costituita una task force per la ricostruzione della medicina di territorio.
Il gruppo di lavoro, che sarà formalizzato con una delibera di Giunta che verrà approvata oggi, sarà presieduto da Ferruccio Fazio, oggi sindaco di Garessio, medico nucleare e già ministro della Salute. Al suo fianco Giovanni Di Perri, responsabile delle Malattie infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei Medici di Torino, Pietro Presti, coordinatore straordinario per il Coronavirus dell’Asl di Vercelli ed esperto in management strategico, innovazione nel settore sanitario e scienze della vita, e Massimiliano Sciretti, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Torino. Parteciperà ai lavori anche Alessandro Stecco, neuroradiologo e presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale.
Il presidente Alberto Cirio mette in chiaro che “oggi che le ferite sono ancora aperte siamo in grado di capire dove il sistema necessita di maggiori interventi, e da lì ripartiremo per costruire una reale medicina di territorio ed elaborare un programma per costruire un reale rapporto ospedale-territorio”. L’assessore Luigi Icardi rileva che “insieme predisporremo un programma non solo di medio e lungo periodo, ma anche immediato, per essere pronti ad affrontare l’evolversi di questa pandemia
Analizzare e certificare le carenze strutturali che l’emergenza Coronavirus ha messo in luce sul sistema sanitario piemontese e da lì ripartire con una programmazione che sappia costruire la sanità di territorio è l’obiettivo che la Regione ha deciso di assegnare a figure autorevoli del mondo istituzionale, medico e scientifico.
Nel dettaglio, il gruppo avrà il compito di formulare delle proposte per il miglioramento dell’assistenza territoriale, analizzandone il contesto attuale alla luce delle crescenti criticità cumulatesi negli ultimi anni, ma anche mettendo a confronto l’esperienza piemontese con quella di altre Regioni italiane. Il risultato da ottenere è la costruzione di una strategia per la futura programmazione sanitaria che rivolga particolare attenzione alla medicina di territorio e al corretto rapporto tra assistenza ospedaliera e territoriale. Durante la sua attività si interfaccerà con i rappresentanti di tutte le categorie di riferimento sia in ambito accademico che sanitario.
Nel ringraziare tutti gli esperti del gruppo, a cominciare da Ferruccio Fazio, per la grande disponibilità a mettere le proprie competenze a servizio della Regione e del territorio, il presidente Alberto Cirio vuole mettere in chiaro che “accanto a una Fase2 per l’economia al Piemonte serve anche una Fase2 per la sanità. Dobbiamo fare un’analisi accurata delle carenze strutturali: oggi che le ferite sono ancora aperte siamo in grado di capire dove il sistema necessita di maggiori interventi, e da lì ripartiremo per costruire una reale medicina di territorio. Parlo di costruire e non di ricostruire, perché la grande carenza in questa pandemia è stata la rete organizzativa di medicina territoriale. Dobbiamo progettare il ritorno alla regolare attività delle nostre strutture ospedaliere, ma ancor di più elaborare un programma per costruire un reale rapporto ospedale-territorio”.
L’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, rileva che “Insieme predisporremo un programma non solo di medio e lungo periodo, ma anche immediato, per essere pronti ad affrontare l’evolversi di questa pandemia e una nuova emergenza se dovesse ricapitare a breve. Le criticità strutturali che il sistema ha mostrato nella sua organizzazione territoriale e l’esperienza maturata, in questo momento di enorme emergenza, saranno la base su cui costruire il futuro della sanità piemontese”.
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