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CANAVESE – Parte la campagna antinfluenzale dell’Asl To4

Influenza: le domande più frequenti

CANAVESE – La campagna antinfluenzale organizzata dall’ASL TO4, in applicazione delle Raccomandazioni ministeriali e regionali, si svolgerà dal 28 ottobre al 31 dicembre. La vaccinazione antinfluenzale è effettuata dal proprio medico di famiglia o pediatra di libera scelta. Ogni medico vaccinerà anche i propri assistiti che non sono in grado di raggiungere l’ambulatorio, sia presso il domicilio sia presso le strutture residenziali delle quali sono ospiti.

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In tutto il Piemonte sono coinvolte anche le farmacie aperte al pubblico, che si occupano di consegnare, ai medici e ai pediatri, i vaccini e, soprattutto, di sensibilizzare le persone che accedono in farmacia sull’importanza della vaccinazione.

Ecco i dati aziendali della copertura vaccinale antinfluenzale nei soggetti di età pari o superiore ai 65 anni nelle scorse stagioni e il confronto con i dati regionali:
2012-2013: 49,11% Asl TO4; 51,75% dato regionale; 2013-2014: 48,11% Asl TO4; 51,14% dato regionale; 2014-2015: 44,13% Asl TO4; 46,95% dato regionale; 2015-2016: 43,84% Asl TO4; 46,94% dato regionale; 2016-2017: 46,40% Asl TO4; 49,01% dato regionale; 2017-2018: 45,04% Asl TO4; 47,86% dato regionale; 2018-2019: 46,81% Asl TO4; 49,02% dato regionale.

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“Da parte nostra – commenta il Direttore Generale dell’ASL TO4, dottor Lorenzo Ardissone –, come sollecitato dall’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte, intendiamo attivare tutte le azioni utili per incrementare quanto più possibile la copertura vaccinale antinfluenzale delle persone interessate, compreso richiedere la preziosa collaborazione degli organi di informazione, che svolgono un ruolo strategico nella comunicazione con i cittadini”.

L’influenza deve la sua importanza soprattutto alla gravità delle complicazioni (polmoniti virali e batteriche in particolare), alla rapidità di diffusione e al grande numero di casi di malattia che si verificano durante le epidemie. Durante le grandi epidemie i casi di morte e di malattia grave si verificano principalmente tra gli anziani e tra quanti sono debilitati da malattie croniche.

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La misura di prevenzione più efficace nei confronti dell’influenza e delle sue complicanze è la vaccinazione, effettuata ogni anno prima dell’inizio del periodo epidemico, che si verifica di solito nei mesi di gennaio e di febbraio. Ci sono, poi, alcune semplici azioni che aiutano a prevenire la diffusione di malattie infettive in generale e quelle che si trasmettono per via aerea come l’influenza: quella più importante è rappresentata dal lavaggio frequente delle mani con acqua e sapone e, in particolare, dopo avere tossito o starnutito oppure dopo avere frequentato luoghi o mezzi di trasporto pubblici; se acqua e sapone non sono disponibili, è possibile usare in alternativa soluzioni detergenti a base alcolica.

“Abbiamo identificato una serie di interventi che, in sinergia tra loro, – riferisce il Direttore Sanitario dell’ASL TO4, dottoressa Sara Marchisio – sono rivolti a incrementare la copertura vaccinale antinfluenzale nella nostra Azienda. Innanzitutto, con la collaborazione dei Direttori di Distretto, già da alcuni anni stiamo rafforzando il coinvolgimento dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta, affinché potenzino l’azione di sensibilizzazione nei confronti dei loro assistiti interessati e, anche, registrino tutte le vaccinazioni effettuate nell’apposito programma informatizzato regionale”.

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“Inoltre, – prosegue la dottoressa Marchisio – stiamo sensibilizzando i medici specialisti ospedalieri e territoriali, le associazioni di volontariato presenti sul territorio, le organizzazioni sindacali, gli istruttori dei corsi di attività fisica adattata e i volontari conduttori dei gruppi di cammino, che collaborano con la nostra struttura di Promozione della Salute in queste attività frequentate in prevalenza da persone anziane, sull’importanza della vaccinazione antinfluenzale nelle persone a rischio”.

La vaccinazione è sicura, molto efficace e, in tutti gli studi a livello mondiale, è dimostrato che i benefici sono nettamente superiori agli eventuali svantaggi per tutta la popolazione e, in particolare, per le persone cosiddette “fragili” (per esempio, gli ultrasessantacinquenni e i bambini e gli adulti affetti da patologie croniche).

“Pertanto – conclude la dottoressa Marchisio –, rivolgiamo un pressante invito a vaccinarsi nei confronti di tutte le persone che desiderino evitare la malattia e che non abbiano specifiche controindicazioni e, in particolare, nei confronti dei soggetti a rischio, per i quali la vaccinazione è offerta gratuitamente”.

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In concomitanza con la somministrazione del vaccino antinfluenzale i medici di famiglia potranno somministrare gratuitamente la vaccinazione contro lo pneumococco e contro l’herpes zoster ai loro assistiti di 65 anni di età. Per l’anno 2019, la coorte cui la vaccinazione antipneumococco e antizoster deve essere offerta attivamente e gratuitamente è rappresentata dai soggetti nati nel 1954 e rimane ovviamente gratuita anche per i soggetti del 1952 e del 1953 che ne facciano richiesta e che non si siano ancora vaccinati. A partire dal 2020 dovranno essere vaccinati gratuitamente i nuovi 65enni, cioè i soggetti nati nel 1955; rimarrà ovviamente la gratuità anche per i nati nel 1954, nel 1953 e nel 1952. Si precisa che la vaccinazione antipneumococco e antizoster può comunque essere somministrata indipendentemente dalla vaccinazione antinfluenzale e in qualsiasi periodo dell’anno.

Lo pneumococco è un microrganismo responsabile di gravi malattie, quali polmoniti, meningiti, otiti e sepsi, per la prevenzione delle quali il vaccino rappresenta lo strumento più sicuro ed efficace. Si precisa che le persone che abbiano ricevuto una dose di vaccino antipneumococcico l’anno scorso dovranno riceverne una seconda dose quest’anno, sempre a cura del proprio medico di famiglia.

L’herpes zoster, conosciuto anche come “Fuoco di Sant’Antonio”, è una patologia grave e dolorosa caratterizzata da sintomi cutanei e neurologici e causata dalla riattivazione del virus della varicella in persone anziane e/o debilitate da altre malattie (per esempio diabete mellito, cardiopatie, malattie respiratorie).

Il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica è disponibile per eventuali informazioni e chiarimenti presso le sedi di Settimo Torinese (via Regio Parco 64, tel. 011 8212308-367), di Ivrea (via Aldisio 2, tel. 0125 414713) e di Borgaro Torinese (via Santi Cosma e Damiano 1, tel. 011 4211606).

Influenza: le domande più frequenti

Fonti delle informazioni:

  • Ministero della Salute
  • Regione Piemonte e SEREMI–Servizio di riferimento Regionale di Epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle Malattie Infettive
  • ASL TO4
  1. Cos’è l’influenza?

L’influenza è una malattia provocata da virus (virus influenzali) che infettano le vie aeree (naso, gola, polmoni). È molto contagiosa, perché si trasmette facilmente attraverso goccioline di muco e di saliva, anche semplicemente parlando vicino a un’altra persona.

Spesso sono impropriamente etichettate come “influenza” diverse affezioni delle prime vie respiratorie, sia di natura batterica che virale, che possono presentarsi con sintomi molto simili.

Nello stesso periodo dell’anno in cui la circolazione dei virus influenzali è massima (in Italia solitamente da dicembre a marzo) possono contemporaneamente circolare molti altri virus che provocano affezioni del tutto indistinguibili, dal punto di vista clinico, dall’influenza (Adenovirus, Rhinovirus, virus sinciziale respiratorio etc.).

La vaccinazione costituisce la principale misura di prevenzione.

  1. Quali sono i sintomi dell’influenza?

I sintomi dell’influenza sono comuni a molte altre malattie: febbre (generalmente accompagnata da brividi), mal di testa, malessere generale, mancanza di appetito, dolori muscolari e osteoarticolari, sintomi respiratori (tosse, mal di gola, congestione nasale), congiuntivite. Soprattutto nei bambini si possono manifestare anche sintomi a carico dell’apparato gastro-intestinale (nausea, vomito, diarrea).

  1. Come si trasmette?

L’influenza si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline di saliva emesse con la tosse, lo starnuto o anche semplicemente parlando. Il periodo di contagiosità comincia un po’ prima che si manifestino i primi sintomi (malessere etc.) e si prolunga per 3-5 giorni; solitamente il periodo di contagiosità è un po’ più lungo nei bambini che negli adulti. Il virus dell’influenza, che resiste molto bene nell’ambiente esterno in situazioni di bassa temperatura e umidità, si diffonde facilmente negli ambienti affollati.

  1. Quali sono le complicanze dell’influenza?

Le complicanze dell’influenza vanno dalle polmoniti batteriche, alla disidratazione, al peggioramento di malattie preesistenti (per esempio malattie croniche dell’apparato cardiovascolare o respiratorio), alle sinusiti e alle otiti (queste ultime soprattutto nei bambini).

  1. Come si previene l’influenza?

La vaccinazione antinfluenzale rappresenta il mezzo più efficace e sicuro per prevenire l’influenza e le sue complicanze.

Ci sono, poi, alcune semplici azioni che aiutano a prevenire la diffusione di malattie infettive in generale e quelle che si trasmettono per via aerea come l’influenza:

  • coprire naso e bocca con un fazzoletto (possibilmente di carta) quando si tossisce e starnutisce e gettare immediatamente il fazzoletto usato nella spazzatura o nella biancheria da lavare;
  • lavare spesso le mani con acqua e sapone, e in particolare dopo avere tossito e starnutito, o dopo avere frequentato luoghi e mezzi di trasporto pubblici; se acqua e sapone non sono disponibili, possibile usare in alternativa soluzioni detergenti a base di alcol;
  • evitare di toccare occhi, naso e bocca con le mani non lavate; i germi, e non soltanto quelli dell’influenza, si diffondono in questo modo. Anche fumando aumenta rischio;
  • rimanere a casa se malati, evitando di intraprendere viaggi e di recarvi al lavoro o a scuola, in modo da limitare contatti possibilmente infettanti con altre persone, nonché ridurre il rischio di complicazioni e infezioni concomitanti (superinfezioni) da parte di altri batteri o virus.
  1. Come si cura l’influenza?

Normalmente la maggior parte dei casi di influenza può essere autogestita con il trattamento sintomatico e il riposo (da quando compaiono i sintomi fino a 24-48 ore dopo la scomparsa della febbre). Il trattamento sintomatico consiste nell’utilizzo dei comuni farmaci da banco in automedicazione, quali i farmaci antipiretici (che abbassano la febbre), gli analgesici (che agiscono sul senso di malessere, sulla cefalea e sui dolori articolari e muscolari) e gli antinfiammatori.

La maggior parte delle persone colpite recupera completamente nel giro di 7-10 giorni con il solo trattamento sintomatico, ma dovrebbe restare in casa sia per ridurre il rischio di diffusione del virus sia per velocizzare la propria guarigione.

Nel caso in cui i sintomi persistano con particolare prostrazione oltre le 48 ore (impossibilità di bere e di mangiare) o peggiorino, è invece opportuno rivolgersi al proprio medico curante il quale, valutate eventuali complicanze (polmonari o di altro tipo), potrà prescrivere una terapia specifica sotto controllo medico.

  1. Quando si devono usare gli antibiotici?

Gli antibiotici non hanno alcun effetto in caso di influenza in quanto sono attivi solo contro le infezioni batteriche e non, perciò, nell’influenza (di origine virale). Costituiscono un presidio importante solo in caso di complicanze batteriche. È importante evitarne l’uso indiscriminato e l’indicazione al loro uso va riservata al medico.

  1. Per chi è necessaria la vaccinazione antinfluenzale?

Il vaccino antinfluenzale è indicato per tutti i soggetti che desiderino evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni.

Nel nostro Paese la vaccinazione è offerta attivamente e gratuitamente, in particolare, ai soggetti che, per le loro condizioni personali, corrano un maggior rischio di andare incontro a complicanze nel caso contraggano l’influenza. In sintesi, le categorie alle quali la vaccinazione antinfluenzale va offerta gratuitamente sono le seguenti:

  1. Donne che all’inizio della stagione epidemica siano in gravidanza (qualunque trimestre).
  2. Soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza:
  • malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO);
  • malattie dell’apparato cardiocircolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite;
  • diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con BMI>30);
  • insufficienza renale/surrenale cronica;
  • malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie;
  • tumori;
  • malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV;
  • malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale;
  • patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici;
  • patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (per esempio malattie neuromuscolari);
  • epatopatie croniche.

3. Soggetti di età pari o superiore a 65 anni.

4. Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale.

5. Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti.

6. Persone che possono trasmettere l’infezione a soggetti ad alto rischio:

  • Medici e personale sanitario di assistenza in strutture che, attraverso le loro attività, sono in grado di trasmettere l’influenza a chi è ad alto rischio di complicanze influenzali.
  • Familiari e contatti (adulti e bambini) di soggetti ad alto rischio di complicanze (indipendentemente dal fatto che il soggetto a rischio sia stato o meno vaccinato).

7. Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori:

  • Forze di polizia, Vigili del fuoco, Forze dell’ordine.
  • Offerta attiva e gratuita della vaccinazione antinfluenzale da parte dei datori di lavoro ai lavoratori particolarmente esposti per attività svolta e al fine di contenere ricadute negative sulla produttività.

8. Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani:

  • Allevatori
  • Addetti all’attività di allevamento
  • Addetti al trasporto di animali vivi
  • Macellatori e vaccinatori
  • Veterinari pubblici e libero-professionisti.

9. Donatori di sangue.

  1. Per chi è sconsigliata la vaccinazione?

Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a:

  • lattanti al di sotto dei sei mesi (per mancanza di studi clinici controllati che dimostrino l’innocuità del vaccino in tali fasce d’età);
  • soggetti che abbiano manifestato una reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose o una reazione allergica grave (anafilassi) a un componente del vaccino (da “Guida alle controindicazioni alle vaccinazioni” ISS-Ministero della Salute);
  • una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, costituisce una controindicazione temporanea alla vaccinazione, che va rimandata a guarigione avvenuta.

Un’anamnesi positiva per sindrome di Guillain-Barrè insorta entro 6 settimane dalla somministrazione di una precedente dose di vaccino antinfluenzale costituisce controindicazione alla vaccinazione. Una sindrome di Guillain Barré non correlata a vaccinazione antinfluenzale e insorta da più di un anno è motivo di precauzione; sebbene i dati disponibili siano limitati, i vantaggi della vaccinazione antinfluenzale giustificano la somministrazione del vaccino annuale nei soggetti ad alto rischio di complicanze gravi dalla malattia (Da “Guida alle controindicazioni alle vaccinazioni” NIV-ISS-Ministero della Salute).

Non vi è controindicazione a vaccinare le persone asintomatiche a epidemia già iniziata.

  1. False controindicazioni
  • allergia alle proteine dell’uovo, con manifestazioni non anafilattiche;
  • malattie acute di lieve entità;
  • allattamento;
  • infezione da HIV e altre immunodeficienze congenite o acquisite. La condizione di immunodepressione non costituisce una controindicazione alla somministrazione della vaccinazione antinfluenzale. La somministrazione del vaccino potrebbe non evocare una adeguata risposta immune. Una seconda dose di vaccino non migliora la risposta anticorpale in modo sostanziale.

Il vaccino antinfluenzale non interferisce con la risposta immune ad altri vaccini inattivati o vivi attenuati, pertanto può essere somministrato contemporaneamente ad altri vaccini, in sedi corporee e con siringhe diverse.

  1. Quali sono gli effetti collaterali della vaccinazione?

Gli effetti collaterali comuni dopo somministrazione di vaccino antinfluenzale consistono in reazioni locali, quali dolore, eritema, gonfiore nel sito di iniezione.

Le reazioni sistemiche comuni includono malessere generale, febbre, mialgie, con esordio da 6 a 12 ore dalla somministrazione della vaccinazione e della durata di 1 o 2 giorni.

Sono stati riferiti, in correlazione temporale con la vaccinazione antinfluenzale, eventi rari quali trombocitopenia, nevralgie, parestesie, disordini neurologici e reazioni allergiche gravi. La correlazione causale tra la somministrazione di vaccino antinfluenzale e tali eventi avversi non è stata dimostrata. In particolare, non è stata dimostrata l’associazione tra vaccinazione e sindrome di Guillain Barrè, mentre allo stato attuale ci sono evidenze di una correlazione tra sindrome di Guillain Barrè e diverse malattie infettive, inclusa l’influenza.

  1. C’è il rischio di contrarre l’influenza dal vaccino stesso?

I vaccini inattivati contengono il virus ucciso o parti di questo (antigeni di superficie emoagglutinina e neuraminidasi, subunità virali) che non possono causare alcuna malattia. La somministrazione del vaccino può causare lievi effetti collaterali caratterizzati da una sintomatologia simile a quella dell’influenza, ma molto meno marcata.

  1. I bambini devono fare la vaccinazione antinfluenzale?

Un bambino in buone condizioni di salute è in grado di reagire autonomamente o con il semplice supporto di terapie sintomatiche nei confronti del virus influenzale. Tuttavia ci sono bambini per i quali la vaccinazione non solo è utile come mezzo di prevenzione collettiva, ma è necessaria ai fini di una protezione individuale in quanto, in caso di malattie, potrebbero più facilmente andare incontro a complicanze. Sono i bambini affetti da:

  • malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO);
  • malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite;
  • diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con BMI >30);
  • insufficienza renale/surrenale cronica;
  • malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie;
  • tumori;
  • malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV;
  • malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali;
  • patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici;
  • patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (per esempio malattie neuromuscolari);
  • epatopatie croniche.

Il vaccino antinfluenzale non va somministrato nei piccoli di età inferiore ai sei mesi. La vaccinazione della mamma e degli altri familiari che ne hanno cura è una possibile alternativa per proteggerli in maniera indiretta.

  1. Quando vaccinarsi?

Il periodo destinato alla conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale è, per la nostra situazione climatica e per l’andamento temporale mostrato dalle epidemie influenzali in Italia, quello autunnale. In Piemonte la campagna parte il 28 ottobre 2019 e si protrae fino a fine dicembre.

Occorre sottolineare che la protezione indotta dal vaccino comincia due settimane dopo l’inoculazione e perdura per un periodo di sei-otto mesi, poi tende a declinare. Per tale motivo, e perché possono cambiare i ceppi in circolazione, è necessario sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale all’inizio di ogni nuova stagione influenzale.

15. Come si fa la vaccinazione e quante dosi devono essere somministrate?

Il vaccino antinfluenzale deve essere somministrato per via intramuscolare ed è raccomandata l’inoculazione nel muscolo deltoide (che ricopre la parte laterale dell’articolazione della spalla) per tutti i soggetti dai 36 mesi di età e negli adulti; nei bambini da 6 mesi a 35 mesi di età la sede raccomandata è la faccia antero-laterale della coscia. E’ prevista una dose unica, sia per gli adulti sia per i bambini. Ai bambini da 6 mesi a 9 anni di età, mai vaccinati in precedenza, devono essere somministrate due dosi a distanza di almeno quattro settimane.

  1. A chi rivolgersi per effettuare la vaccinazione?

Nell’ASL TO4 la vaccinazione antinfluenzale è effettuata dal proprio medico di famiglia o pediatra di libera scelta. Ogni medico vaccinerà anche i propri assistiti che non sono in grado di raggiungere l’ambulatorio, sia presso il domicilio sia presso le strutture residenziali delle quali sono ospiti.

  1. La vaccinazione è gratuita?

La vaccinazione è offerta gratuitamente alle categorie a rischio riportate nella domanda “8. Per chi è necessaria la vaccinazione antinfluenzale?”.

  1. Si può allattare con l’influenza?

Il virus influenzale è diffuso in tutto l’organismo e quindi anche nel latte, dove peraltro sono presenti anche gli anticorpi. La trasmissione dell’infezione, però, avviene soprattutto per via “aerea”, quindi, per evitare di contagiare il bambino è consigliabile allattare mettendo, per esempio, una mascherina sulla bocca.

  1. Si può allattare dopo essere stati vaccinati contro l’influenza?

La vaccinazione antinfluenzale non è controindicata nelle donne che allattano e l’allattamento non interferisce sfavorevolmente sulla risposta immunitaria.

  1. Si può effettuare la vaccinazione in gravidanza?

Sì, le donne che si trovano in stato di gravidanza durante la stagione epidemica è opportuno che siano vaccinate contro l’influenza per l’aumentato rischio di complicanze gravi e di decesso correlati alla malattia.

La vaccinazione, con vaccino inattivato, può essere effettuata in qualsiasi trimestre della gravidanza, in quanto sembra non associata a effetti avversi nel prodotto del concepimento. Set di dati più estesi sulla sicurezza sono disponibili per il secondo e terzo trimestre, rispetto al primo; comunque, le raccomandazioni delle autorità sanitarie internazionali (ECDC, OMS) indicano la vaccinazione delle donne in gravidanza a prescindere dal trimestre. 

  1. Chi autorizza l’uso dei vaccini?

L’uso dei vaccini è approvato dalle autorità regolatorie nazionali per i farmaci. In Italia l’autorità regolatoria è l’Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA. Oltre all’autorità regolatoria nazionale di ciascuno Stato Membro, nell’Unione Europea esiste anche l’Agenzia Europea per la valutazione dei prodotti medicinali, EMA (European Medicines Agency). L’EMA si avvale del parere di Comitati di esperti e in particolare dal Comitato per i Prodotti Medicinali, per autorizzare i farmaci ed i vaccini.

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