PIEMONTE – Sono stati trovati in Val Sangone degli inneschi incendiari, alcuni utilizzati altri che non hanno funzionato.
Sono in corso le indagini da parte del nucleo investigativo dei carabinieri forestali. Si prevede che in serata riprenda il vento che ora si è calmato; i Vigili del Fuoco sono infatti impegnati a consolidare i punti critici.
Le fiamme che da giorni devastano il Piemonte non hanno risparmiato il bosco dell’Alevè, la foresta di pini cembri più estesa e antica d’Europa, citata anche nell’Eneide di Virgilio.
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Prosegue intanto su tutti i numerosi fronti, sia nel torinese che nel cuneese, l’azione di spegnimento da parte dei vigili del fuoco. Dal 15 ottobre sono stati effettuati dalla flotta aerea del Corpo Nazionale 437 lanci. Nel cuneese stanno operando 10 squadre di vigili del fuoco via terra, supportate da un Canadair ed un S64 Erickson, divise tra i territori di Bellino, Pietraporzio e Casteldelfino.
In provincia di Torino sono 40 le squadre VVF che stanno fronteggiando i roghi e, nonostante il forte vento e la non piena visibilità a causa delle nubi di fumo, 4 i Canadair in volo. Maggiori criticità nei comuni di Monpantero, Locana, Frossasco, Cantalupa, Cumiana e Traversella dei numerosi fronti di incendio che stanno interessando sia la provincia di Cuneo, in particolare i comuni ad alta quota di Bellino e Casteldelfino, e sia quella di Torino.
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AGGIORNAMENTO – Da una più approfondita valutazione da parte dei carabinieri forestali, il materiale che è stato invece trovato a Cumiana non può ritenersi in alcun modo un innesco e non riconducibile agli incendi in corso.
Intanto la Questura comunica che, in relazione agli incendi boschivi che persistono nella provincia di Torino, al fine di concorrere alla gestione delle emergenze e implementare la vigilanza e il controllo del territorio, il Questore di Torino ha predisposto dei servizi dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura, coadiuvato da pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte.
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