VALPERGA – Un momento di incontro e confronto fra culture e fedi diverse: nasce con questo spirito l’iniziativa “Incroci divini”, previsto per sabato 8 e domenica 9 ottobre e che vedrà la partecipazione dei rappresentanti delle varie religioni presenti sul territorio.
Un progetto pensato diversi anni fa ma che solo ora si è riusciti ad organizzare, con l’intento di offrire la possibilità di approfondire la conoscenza e lo scambio culturale fra religioni diverse, nella consapevolezza che solo l’incontro permette di superare diffidenze, pur nel reciproco e indispensabile rispetto delle diversità, ha spiegato l’assessore alle politiche sociali Giovanni Milani.
L’evento è stato organizzato in collaborazione tra l’amministrazione comunale e l’associazione di volontariato “Con altri Occhi” “Gli obiettivi della manifestazione coincidono con quelli della nostra associazione che da anni lavora per l’integrazione e lo scambio culturale – così Cristiano Cavaciuti di “Con altri occhi” – ed è in continuità con la “Festa dei popoli” che da alcuni anni organizziamo. Abbiamo contattato amici che conosciamo che hanno dato grande disponibilità, in particolare la comunità marocchina sempre felice di poter costruire assieme momenti come questi dove le persone che pur provenendo da culture diverse cercano di incontrarsi e conoscersi.
Nel pomeriggio di sabato 8 ottobre (dalle 16 alle 19) in Piazza Unità d’Italia verranno messi in scena spettacoli di intrattenimento interculturali con apericena multietnico di chiusura. Domenica pomeriggio al Santuario di Belmonte (dalle 14.30 alle 17 e 30) un momento di riflessione e confronto con la tavola rotonda sul tema “La relazione Uomo- Dio nelle religioni” a cura di Antonio Rinaldis. “Questa iniziativa cerca di operare finché si crei un linguaggio comune attorno ad un tema trasversale: credo al di là delle confessioni religiose c’è bisogno, nel nostro tempo, di Dio- ha illustrato Rinaldis- E’ una questione che va al di là dell’aspetto puramente religioso. C’è bisogno di trascendenza che venga a colmare questo senso di smarrimento che la contemporaneità ha generato. Capire come questo bisogno di trascendenza viene declinato nei vari credi mi sembrava un’operazione culturalmente interessante”.
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