IVREA – Riceviamo dall’Anpi Ivrea Basso Canavese e pubblichiamo:
Foto d’archivio“Veniamo informati che la targa sul Lungo Dora di Ivrea, che ricorda l’entrata dei partigiani nella città liberata, è stata deturpata con una bomboletta nera, e che vi si possono scorgere due scritte sottili, quasi fatte a matita, di contenuto ingiurioso contro i Partigiani, e di esaltazione della “Decima” (per intenderci, coloro che hanno torturato e ucciso Ferruccio Nazionale) sostenendo: “Decima ci siamo sempre”.
Sì, purtroppo ci sono sempre, dopo aver seminato 70 anni fa morti e distruzioni dalle nostre Alpi agli Appennini. Condannati dalla Storia, vietati dalla Costituzione, riemergono sempre più numerosi ed aggressivi in tutta Europa, non soddisfatti della tragedia che i loro padri scatenarono con le dittature, la guerra, il razzismo, le deportazioni. 50 milioni di morti non significano nulla per questi imitatori fascisti e nazisti. Per loro il negazionismo è il vangelo, i campi di concentramento falsificazioni fotografiche.
Le gite nostalgiche a Predappio, la distruzione delle lapidi partigiane, le svastiche sui muri, l’intitolazione di monumenti ai criminali fascisti, i cortei contro gli immigrati… Ci giungono spesso notizie del genere. Anche nei nostri paesi, che hanno vissuto in pieno la Lotta di Liberazione, la memoria storica sembra talvolta essersi azzerata.
Vi è un tentativo di cancellare parte della Storia italiana, quel patrimonio comune di valori confluiti nella Costituzione, che hanno radici nell’anelito alla Libertà e nella Democrazia, nel rifiuto dei fascismi e delle dittature, nel ripudio della guerra, nella costruzione di un mondo più giusto.
Preoccupa questo risorgere del fascismo che riesce in qualche occasione ad ammantarsi persino di populismo, ed abbraccia per mero calcolo cause sociali.
L’articolo XII, Disposizioni transitorie e finali, della Costituzione: «E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista…» è tranquillamente aggirato con l’invenzione di nuove sigle. Il reato di “apologia del fascismo”, previsto dalla legge 20 giugno 1952, n. 645, anche detta “legge Scelba”, non è più applicato dagli anni Settanta.
Nel condannare ogni singolo episodio, noi ci impegniamo ad essere sempre presenti, con pazienza, determinazione, nel trasmettere le testimonianze della Storia, ma anche l’impegno per la Costituzione. Siamo convinti che il modo migliore per condannare gli oltraggi fascisti sia parlare sempre di più della nostra Storia e difendere la Costituzione, lottando per attuarla.
La nostra posizione è sempre stata chiara: quando succedono questi episodi, cerchiamo di non dar loro troppa pubblicità, per evitare che si creino imitatori. Spesso sono attuati da persone che non sanno nulla di storia.
Invitiamo comunque tutti i Cittadini, i partiti, i Movimenti e le Associazioni antifasciste ad una continua vigilanza. Chiediamo alle Istituzioni di favorire in ogni modo l’impegno dell’Anpi e di tutti gli antifascisti per una maggiore presenza nella società e soprattutto nelle Scuole, per ridurre tali fenomeni e farne crescere altri di senso opposto… E’ la migliore risposta.”
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