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RIVAROLO – Nuova gestione alla Santissima Annunziata: per tutti una situazione non facile

Il nuovo gestore parte da “zero” senza contributi; genitori disperati per la richiesta di un'integrazione di costi; personale non completamente riassunto

RIVAROLO CANAVESE – Non si chiamerà più ISSA (Istituto Santissima Annunziata) ma IESSA, ossia Istituto Europeo Santissima Annunziata. È partita dal nome la presentazione della nuova gestione, l’Impresa Sociale Coros Scuole, della storica scuola cattolica rivarolese, che si è tenuta oggi, giovedì 30 ottobre 2025, presso la palestra dell’Istituto a Rivarolo Canavese.
Edoardo Procacci, Responsabile del Personale e dell’Innovazione Didattica dell’Istituto Europeo Santissima Annunziata; Giuseppe Parisi, Dirigente Scolastico (anche dell’Istituto A. Olivetti per l’Innovazione ) ed Edoardo Stefano Petrini, Legale Rappresentante di Coros, si sono presentati e hanno illustrato la visione della scuola e il piano per il futuro.

L’offerta formativa parte dai 2 anni: Sezione Primavera (2-3 anni); Scuola dell’Infanzia (3-5 anni); Scuola Primaria (6-10 anni); Scuola Secondaria di Primo Grado (11-13 anni) e Scuola Secondaria di Secondo Grado (Licei).

Una situazione non facile per la nuova gestione, ma ancora meno facile per le famiglie, che hanno appreso ieri dell’aumento dei costi, e che oggi hanno puntato il dito sulla questione, perchè alcune non potranno farvi fronte. “Non si tratta della retta – come hanno precisato Procacci, Petrini e Parisi -ma dei costi della mensa e del riscaldamento. Abbiamo mantenuto la stessa retta per quest’anno, abbiamo però chiesto alle famiglie un’integrazione per quanto concerne appunto i costi mensa e riscaldamento.” Poco importa il nome che viene dato: fatto sta che il costo totale per famiglia aumenta ad anno già iniziato, sentendosi in un certo qual modo, “presi in giro”. Nel dettaglio si tratta di €5,60 a ticket per la mensa e a € 300 euro in più a famiglia per il riscaldamento. “Dal prossimo anno i costi verranno calibrati in base all’Isee con tre fasce: la prima (dove rientrano al momento tutti) rivolta a tutte le famiglie reddito netto famigliare inferiore ai 35mila euro; la seconda con reddito compreso tra i 35mila e i 60mila euro annui e la terza con reddito netto famigliare superiore ai 60mila euro annui.”

D’altra parte, Coros si trova costretta a richiedere un’integrazione, visti i costi elevati, partendo praticamente da “zero” e non ricevendo contributi pubblici.
“La scuola per quest’anno resta parentale, ovvero privata. Quindi senza convenzione con il Comune. Dal prossimo anno inizieremo il percorso per trasformarla in paritaria.”
Tornando paritaria, come hanno precisato il Sindaco Martino Zucco Chinà e l’Assessore all’Istruzione e Vicesindaco Marina Vittone, si potrebbe stringere una nuova convenzione nella quale il Comune riveste il ruolo da tramite per elargire il contributo regionale, integrato dal contributo del Comune stesso. Finchè è parentale però non si possono stringere convenzioni. Zucco Chinà e Vittone hanno dichiarato che faranno il possibile per trovare soluzioni per poter fornire un sostegno, magari attraverso la Proposta di Piani Formativi e/o progetti presentati dalla scuola, che l’Amministrazione potrebbe accogliere. La nuova gestione ha dichiarato che hanno in corso un dialogo con alcune associazioni, come ad esempio i Lions, per raccogliere fondi per aiutare le famiglie.

Famiglie che però, nel frattempo, non riuscendo a sostenere i costi, potrebbero vedersi costrette a spostare i figli in un’altra scuola, un problema non da poco, essendo ad anno scolastico iniziato.
Per quanto concerne il personale, Coros ha esternalizzato (a detta dell’Amministratore “ad aziende del territorio”) la mensa e le pulizie dell’Istituto, quindi quella parte di personale che se ne occupava e che si è ritrovato licenziato con la chiusura della gestione precedente, non è più stato riassunto.

I docenti sono stati riassunti nella misura necessaria, ovvero in base al numero degli studenti iscritti. La situazione quindi non sembra partire con le più rosee aspettative. Non resta che sperare per il meglio, sia per le famiglie che per la IESSA.

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