giovedì 1 Maggio 2025
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Intervista al Professor Augusto Pocobelli

Incontrare il Prof. Augusto Pocobelli significa immergersi in un mondo di competenza e passione per l’Oftalmologia, dove ogni sguardo ritrova la sua luce grazie alla ricerca e all’innovazione. Il Professore è un esperto oculista con oltre 37 anni di esperienza. Laureato in Medicina e Chirurgia alla Sapienza di Roma nel 1983, si è specializzato in Oftalmologia nel 1988. Attualmente dirige
l’Unità Operativa Complessa di Oftalmologia e la Banca degli Occhi presso l’Ospedale S. Giovanni Addolorata di Roma. È presidente della Società Italiana Banche degli Occhi (SIBO) e collabora con l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) dal 2013. Ha pubblicato oltre 60 studi e partecipa a congressi internazionali. È anche Professore a contratto per l’Università di Tor Vergata.
Ed è con grande piacere che ho avuto l’onore di incontrarlo per scoprire qualcosa di più sulla sua preziosa professione.

Professor Pocobelli, quali sono le qualità più importanti per un chirurgo, oltre alla tecnica?
Risposta: la chirurgia non è solo una questione di tecnica e precisione, ma richiede una grande elasticità mentale. Un chirurgo deve essere pronto a cambiare piano in un istante, perché ogni operazione può riservare imprevisti. Anche con una preparazione perfetta, il corpo umano può rispondere in modi inaspettati, e le complicazioni possono insorgere senza preavviso.
Questa capacità di adattarsi rapidamente deve essere propria di un chirurgo Serve sangue freddo, lucidità e la capacità di prendere decisioni critiche sotto pressione.

Potrebbe illustrarmi le principali differenze tra la legge del 1993 e quella del 1999 sulla donazione degli organi? In particolare, mi interessa capire come sono regolati l’accertamento della morte cerebrale e il consenso al prelievo degli organi.
Risposta: La legge del 1993, la n. 301, stabilisce i criteri per l’accertamento della morte cerebrale, che è fondamentale prima di poter procedere al prelievo di organi. Definisce che la morte cerebrale deve essere certificata da una commissione medica composta da specialisti.
La legge del 1999, la n. 91, invece, regola il consenso alla donazione. Ogni cittadino può dichiarare se vuole o meno donare i propri organi, ma se non lo fa, la decisione spetta ai familiari. Inoltre, questa legge istituisce il Centro Nazionale Trapianti (CNT) per coordinare il sistema di donazione e trapianto.
In sintesi, la legge del 1993 stabilisce quando una persona è considerata deceduta, mentre quella del 1999 organizza il processo di donazione e trapianto.

Entro quanto tempo è necessario prelevare le cornee dopo il decesso?”
Risposta: Bisogna prelevare le cornee entro le ventiquattro ore.

Cos’è la Banca degli Occhi e quando è stata istituita in Italia?
Risposta: La Banca degli Occhi, istituita nel 1998 in Italia, raccoglie e conserva cornee per trapianti, migliorando la vista di chi soffre di malattie oculari.

Com’è cambiato il sistema per il trattamento delle malattie oculari in Italia nel corso degli anni? In particolare, come influisce la creazione delle banche degli occhi sulle persone che necessitano di trapianti, soprattutto al sud?
Risposta: Prima della creazione delle banche degli occhi, i pazienti che necessitavano di trapianti di cornea o altre necessità legate alla vista, dovevano spostarsi in diverse regioni per trovare un centro di riferimento. Oggi, con l’istituzione delle banche degli occhi, le operazioni sono centralizzate in modo molto più efficiente, con la capitale che funge da punto di arrivo per molte persone provenienti dal sud. Le 13 banche degli occhi in Italia, e in particolare quelle a Roma e nel centro-nord, sono essenziali per garantire una distribuzione più equa delle risorse e una risposta più tempestiva alle esigenze di chi soffre di patologie oculari. Questo sistema ha sicuramente migliorato la disponibilità e la qualità dei trattamenti.

Professor Pocobelli, quali ritiene siano gli aspetti più importanti per stimolare la crescita e migliorare i risultati in un ospedale?
Risposta: Abbiamo stimoli a crescere. Investimenti, risorse umane e tecnologie e una rivisitazione del modello organizzativo che, sono certo, porterà a grandi risultati.

Quali sono le priorità nell’utilizzo delle risorse disponibili all’interno del suo ospedale, considerando la situazione attuale?
Risposta: I soldi ci sono, vanno utilizzati bene. In un contesto generale di sofferenza per la Sanità, c’è una volontà di rilancio.

Quali sono le malattie che lei tratta?
Risposta: Tutte le patologie della superficie oculare. Le malattie autoimmuni della superficie oculare, della cornea e del segmento anteriore dell’occhio.
Queste condizioni richiedono un’attenzione speciale per prevenire danni permanenti alla visione e per trattare le problematiche legate all’ infiammazione o alla secchezza oculare.

Ha mai affrontato casi particolarmente complessi nel suo campo, come incidenti sul posto di lavoro o gravi violenze di genere?
Risposta: Certo che trattiamo i casi di violenza di genere, ustioni, causticazioni che si possono verificare sul posto di lavoro a contatto con sostanze basiche tipo calce e acido solforico.

Le causticazioni?
Risposta: Le causticazioni sono danni alla pelle o ai tessuti causati da sostanze chimiche molto aggressive, come acidi o basi forti, che bruciano o distruggono il materiale con cui entrano in contatto.

Immagino siano situazioni molto delicate, queste ultime di cui ha accennato.
Risposta: Si, sono percorsi lunghi che portano alla riabilitazione della vista.

Come è cambiata la professione dell’oculista nel tempo?
Risposta: L’Oculistica è cambiata radicalmente grazie alla tecnologia. Un tempo, le diagnosi e gli interventi, erano limitati a ciò che l’occhio umano poteva vedere con strumenti relativamente semplici. Oggi, grazie a tecnologie avanzate come la tomografia a coerenza ottica (OCT), i laser di ultima generazione e la chirurgia robotica, riusciamo ad individuare e trattare patologie prima invisibili.
Questo ha reso l’Oculistica una branca della medicina estremamente innovativa e affascinante. Inoltre, l’aumento dei problemi visivi legati all’uso massiccio di schermi e dispositivi digitali, ha reso la professione sempre più richiesta. Non c’è da stupirsi che molti giovani medici vogliano specializzarsi in questo campo!

Quale pensiero autentico la guida?
Risposta: La decisione di diventare medico pubblico, mettendo a disposizione di tanti le competenze acquisite nel tempo.

Un consiglio per gli specializzandi?
Risposta: Di coltivare la passione altrimenti ci si appiattisce. Aggiornarsi, la routine è la nemica della qualità, ti avvilisce.
Bisogna avere una visione, come? Investendo in ciò che non vedi ancora attuato.

Oltretutto, lei, ci illumina essendo spesso ospite di programmi televisivi ove parla delle malattie della cornea e di altre patologie. Il suo contributo, essendo rivolto ad un pubblico molto vasto, diventa ancora più prezioso perché parla di certe tematiche a tutti.
Risposta: Vado a parlare di ciò per cui sono più riconosciuto in tutto il mondo, ossia delle malattie della cornea e di altre patologie. Il mio contributo, grazie alla visibilità che mi viene data nei programmi televisivi, è ancora più significativo, poiché mi permette di sensibilizzare un vasto pubblico su questi temi importanti.


Immagino che vi confrontiate anche con altri Stati per discutere le ultime innovazioni nel campo dei trapianti di cornea.

Risposta: Esatto, il Congresso europeo delle banche degli occhi si è tenuto a gennaio, e abbiamo avuto il privilegio di ospitare Relatori provenienti da tutto il mondo, che hanno condiviso le ultime innovazioni nella conservazione e nell’utilizzo delle cornee per i trapianti.