Sono trascorsi ormai alcuni anni dall’uscita del pluripremiato docufilm “Un altro mondo”: una pellicola innovativa, attraverso la quale, esprimi una visione di mondo che passa dalla sapienza di culture antiche, allo sbalorditivo contributo scientifico offertoci dalla fisica quantistica. Thomas Torelli, in questo tempo, che ci vede travolti dalla meccanizzazione, c’è speranza di assistere ad un risveglio culturale che porti i singoli individui e le comunità a promuovere una vita che fondi la propria centralità sul benessere dell’essere umano?
R. Quando ho diretto il film “Un altro mondo” ho, in qualche modo, espresso pubblicamente quella che secondo me potrebbe essere la migliore soluzione al cambiamento: la creazione di una massa critica di consapevolezza che renda reale il mondo, individuato da moltissimi di noi, nella propria coscienza. Molti sostengono che occorra l’1% della popolazione, altri il 10%, per raggiungere questo obiettivo… Ma prescindendo dai numeri, a mio avviso questa tappa non è ancora stata raggiunta a causa di un motivo: la caratteristiche che contraddistinguono l’uomo contemporaneo sono una grande preparazione ed una grande curiosità. Sappiamo molte più cose rispetto al passato, il problema tuttavia è che “c’è tanta preparazione nella testa e poca nel cuore”; sapere tanto, per assurdo, non contribuisce alla creazione della massa critica. La conoscenza è senza dubbio utile ma non è l’unica strada, deve infatti essere accompagnata da un altro aspetto fondamentale: la coscienza. Assisteremo alla nascita della massa critica soltanto quando faremo convivere cuore e mente, quando vivranno in coerenza fra loro: a quel punto potremmo realmente sperare che si creino le condizioni necessarie a plasmare il mondo esterno.
Restando sul film, la visione di mondo che ci fornisce la fisica quantistica ha ridefinito le leggi fondamentali della materia: il concetto di spazio, di tempo e di gravità devono essere riletti. A tuo avviso, questa rivoluzionaria disciplina viene divulgata sufficientemente nella scuola, oppure esiste un qualche interesse affinché gli strumenti di lettura del mondo si debbano fondare sui canoni “interpretativi” classici?
R. Non c’è dubbio che di certe cose ancora non si possa parlare in maniera estremamente istituzionale. Quando si trattano argomenti quali l’entanglement e la fisica quantistica si viene spesso collocati in “quell’alone” di persone che vengono considerate complottiste da alcuni pensatori. Sono d’accordo nel sostenere che non siamo ancora pronti a riconoscere tutto ciò che avviene nell’invisibile e che tuttavia non abbiamo ancora compreso. È importante percepire quanto l’invisibile interagisca con la materia, con noi, col nostro stato d’animo ma si parla troppo poco di questo aspetto. Lo dico scherzosamente: noi percepiamo il 3% della realtà e basiamo tutte le nostre conoscenze e convinzioni su questo 3%, siamo una sorta di “talpe saccenti”, non vediamo nulla ma abbiamo costruito tutto il nostro sapere sul nulla. Credo sia fondamentale occuparsi maggiormente del restante 97%.
Hai creato UAM TV, la prima vera piattaforma italiana indipendente in cui trovare film, documentari, seminari, audiolibri: ci puoi parlare di questo progetto?
R. Uam TV è nata sostanzialmente per due motivi. Il primo è restituire la consapevolezza di quanto sia importante un certo tipo di narrazione del mondo: io sono convinto del fatto che il pensiero collettivo si crei attraverso ciò che noi raccontiamo del mondo; in quest’ottica è fondamentale raccontare una lezione diversa da quella narrata dai media tradizionali, i quali si impegnano a farci stare nella paura, nell’ignoranza e nella divisione. I media attuali sono diventati una sorta di ipnosi collettiva dalla quale è difficile sfuggire senza operare un grande lavoro su di sé. Il secondo motivo è molto più pratico: nessuna TV ha voluto trasmettere i film che ho fatto, nonostante i successi ed i sold out nei cinema. Non si tratta quindi di ragioni economiche ma del mancato interesse di promuovere i valori espressi nelle mie pellicole. Se vuoi risvegliare una nazione lo fai attraverso la speranza, l’amore e tutta una serie di input che attraverso Uam Tv puoi avere: “nessuno ci voleva e se nessuno ci vuole ci facciamo la nostra televisione, con la convinzione che possa essere un’arma che ci consenta di difenderci da tutto quello che il sistema ci racconta”.
In “Food ReLOVution” tratti il tema dell’alimentazione, degli impatti sulla salute e sul pianeta. A tuo avviso, visti gli enormi interessi economici in ballo, la sensibilizzazione verso uno stile di vita sano e sostenibile è un obiettivo raggiungibile dalla società contemporanea?
R. Sono assolutamente convinto che uno dei grandi mezzi per cambiare il mondo, forse più importante del voto, riguardi la scelta consapevole nell’acquisto del cibo: andare nei piccoli centri e dai piccoli fornitori, acquistando con coscienza, può essere una grande arma di rivoluzione. Nel film “Food ReLOVution” non ho cercato di promuovere una filosofia alimentare in particolare, ma ho cercato di far comprendere che mangiare non significa soltanto “riempire la pancia” ma un atto molto più ampio che è importante e giusto che venga fatto con cognizione di causa.
Ci puoi anticipare i tuoi prossimi progetti? Cosa hai in serbo per il futuro?
R. È in produzione “Punto&virgola; un’altra storia” un documentario che cerca di comprendere questa nuova generazione di adolescenti. Da padre ho cercato di indagare su tutte quelle che sono le difficoltà di questa adolescenza, molto diversa dalla nostra. Stiamo vivendo in un mondo che assiste ad un cambio d’era storica, senza essere in possesso degli strumenti intellettuali di riferimento per comprendere il passaggio epocale che stiamo attraversando. Lo spaesamento è prodotto anche dall’assenza di intellettuali che forniscano, a differenza del passato, quadri interpretativi per comprendere questa rivoluzione: siamo passati dall’era industriale all’era tecnologica in maniera del tutto confusionale, sprovvisti di riferimenti culturali (senza entrare nel merito politico penso, ad esempio, a Marx che ha descritto il passaggio all’era capitalistica a fine ‘800). Ritengo importante che il messaggio presente nel docufilm arrivi a giovani, genitori e docenti attraverso proiezioni gratuite nelle scuole. Per avere maggiori informazioni su “Punto&Virgola; un’altra storia. Il FILM” è possibile consultare la pagina di raccolta fondi del progetto sul sito produzionidalbasso.com.
Come vedi il nostro presente e quali riflessioni vorresti trasferire alle nuove generazioni per costruire il mondo di domani?
R. Due messaggi per le nuove generazioni:
Si deve credere nei propri sogni e vivere inseguendo le proprie passioni. Aristotele parlava di eudaimonia (la felicità, secondo Aristotele, consiste nel realizzare la propria natura e, poiché l’essenza dell’uomo è caratterizzata dalla ragione e dalla virtù, egli non potrà mai essere felice senza essere razionale e virtuoso, cioè saggio) quindi occorre trovare noi stessi e fare ciò che ci piace.
Concentrarsi sulle cose belle. Lao Tzu diceva: “fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce”. Ascoltiamo la foresta che cresce: è pieno di foreste che crescono e dobbiamo concentrarci su questo.
Alessandro Trabucco