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CUORGNÈ / TORINO – Ciclismo e calcio piangono la scomparsa di Gianni Savio

Aveva 76 anni. Prima calciatore, poi eccezionale allenatore e direttore tecnico/team manager nell'ambito del ciclismo

CUORGNÈ / TORINO – Il 2024 si chiude, per il mondo dello sport nazionale ed internazionale (ma anche per il Canavese, visto il forte legame instaurato da tanti anni), con un grande lutto. All’età di 76 anni si è spento Gianni Savio, prima calciatore, poi eccezionale allenatore e direttore tecnico/team manager nell’ambito del ciclismo, il quale con le sue qualità e il suo fiuto ha scoperto tanti grandissimi talenti.

Classe 1948, torinese, per gli amanti del football fu volto e nome noto nelle nostre lande avendo vestito la maglia della Vallorco 1912, società alla quale è stato affettuosamente legato per tutta la vita, anche dopo aver appeso le scarpette al chiodo.

Nel mondo delle due ruote, oltre ad aver a lungo lavorato e collaborato con le Nazionali di Venezuela e Colombia, ha guidato con sapienza ed attenzione club tricolori quali Selle Italia, Diquigiovanni e, in particolare, l’Androni Giocattoli, club che a livello “professional” non solo si è tolto grandi soddisfazioni, ma ha pure portato alla ribalta quel Egan Bernal che, successivamente con la casacca dell’Ineos Grenadiers, ha vinto sia il Giro d’Italia che il Tour de France.

Capace pure di “scoprire” un ottimo direttore sportivo canavesano come il pertusiese Giovanni Ellena (che sui social, nelle ore successive alla notizia della dipartita di Gianni, lo ha ricordato con affetto e gratitudine), Savio non è mai stato un personaggio scontato. Anzi, per il suo coraggio e per la sua perseveranza è stato apprezzato sia dai colleghi che dai tifosi del ciclismo mondiale.

Purtroppo nella corsa più difficile, quella contro una malattia con la quale da un po’ di tempo combatteva, Savio non è riuscito a primeggiare. Resterà nei cuori e nella mente di tutti per il suo sorriso, la sua schiettezza, i suoi modi di fare da grande gentiluomo, ma anche per la sua determinazione, la sua voglia di dare spazio ai giovani, alla costante ricerca di atleti da lanciare nel mondo del ciclismo professionistico.

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