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VALPERGA – A 20 anni dallo tsunami Paolo Data racconta a teatro la sua “seconda vita”

“La vita è un dono, lo voglio celebrare, e sottolineando pure che a livello sociale va condiviso con gli altri."

VALPERGA – Vent’anni fa un devastante terremoto, ed il conseguente maremoto dovute alle scosse telluriche verificate nell’Oceano Indiano, diede vita ad uno dei più grandi disastri naturali, il quale cambiò radicalmente la vita di migliaia di persone. Tra queste c’è anche Paolo Data, fornese, che all’epoca aveva scelto di andare in Thailandia per cambiare la propria esistenza, cercando di dare una svolta al proprio quotidiano.

Lo tsunami di quel 26 dicembre 2004 ha di fatto modificato il quotidiano di Paolo, oggi musicista, artista e uomo di cultura conosciuto ed apprezzato, che a due decenni di distanza ha voluto allestire, insieme ai componenti del gruppo denominato “Vidiemme”, uno spettacolo, dal titolo “L’amore subacqueo”, che giovedì 26 dicembre 2024 andrà in scena, dalle ore 18, al Teatro Fernandi di Valperga.

“Ciò che porteremo sul palco valperghese non vuole essere un racconto legato al dramma che ho vissuto, bensì vuole essere una vera e propria “celebrazione della vita”. Perché quell’esperienza, che ricordo in maniera lucida, provata insieme ad un amico che, come me, ha potuto raccontarla mi ha letteralmente cambiato l’esistenza. Ero andato là, a 37 anni, per dare una svolta a ciò che stavo facendo ogni giorno. Ebbene, quanto accaduto mi ha permesso, davvero, di dare una sterzata decisa alla mia vita, la quale è mutata profondamente”.

Paolo Data, il quale nell’occasione sarà affiancato da Francesca Selva alla voce, Renato Tarricone alla batteria ed ai cori, Marco Lamagna al basso, Alex Loggia alla chitarra elettrica ed ai cori, Stelvio Selva alle tastiere ed ai cori, nonché da Maurizio Caddeo alla chitarra acustica, da Frisk di ToRadio, che sarà la voce narrante e da Giacomo Botto, che si occuperà del progetto grafico e delle proiezioni, con questo appuntamento in terra canavesana vuole condividere con gli spettatori un concetto molto importante, per non dire fondamentale.

“La vita è un dono, lo voglio celebrare, e sottolineando pure che a livello sociale va condiviso con gli altri. A distanza di tanto tempo il ricordo di quei momenti è vivido. Ho dovuto inizialmente quasi “elaborare un lutto”, perché mi sono sentito in colpa per essere sopravvissuto. Mi sono chiesto molte volte perché io sì ed altre persone, tra quelle 300 mila che sono perite, no. Ecco, oggi non voglio, con questo spettacolo, fermarmi a commemorare quanto successo, ma far capire come io sia felice di aver avuto a disposizione una “vita supplementare”, che sto cercando di sfruttare al meglio”.

“L’amore subacqueo” attraverso musica, testi e composizioni sarà il modo di raccontare Paolo Data, il suo vissuto attraverso un linguaggio che anni addietro è stato molto “trasversale”, ma che è cambiato, seppur rimane un ottimo strumento di condivisione: “La condivisione di un percorso di vita che ha portato un uomo, il sottoscritto, a vedere le cose che mi circondano in maniera diversa. Di quei giorni, così lontani e così vicini, ricordo lucidamente cosa è accaduto. Eravamo feriti, scioccati, ma con l’adrenalina a mille. Attaccato ad una palma, con vicino il mio amico Diego, vidi una ragazzina di 14 anni in difficoltà e l’aiutai. Quel gesto, quel movimento, mi permise di evitare di essere trascinato via. Poi i soccorsi, con quelli italiani arrivati tra i primi e che fecero un lavoro eccezionale, ci riportarono in tempi breve a casa. Di lì, è come se fosse “nato” un secondo Paolo Data”.

Ma quale motivo deve spingere la gente a venire a vedere lo spettacolo? “A me affascina la storia comune e qui ce n’è servita una bella che pronta. Una “storia sbagliata”, come la definirebbe il grande De Andrè, essendo trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma c’è un destino che è cambiato, un uomo che da quell’esperienza è ripartito e ha fatto la propria strada, che si sente un po’ miracolato e vuole, semplicemente, condividere le sue emozioni, le sue sensazioni con gli altri. Proprio per ribadire, senza eccessi però, che la vita è bella e va vissuta”.

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