LOMBARDORE – Verrà a costare 300mila euro il “disturbo” per l’atterraggio, sul territorio di Lombardore, del parco fotovoltaico che, da anni, anima la scena politica, ambientale e amministrativa del piccolo centro canavesano. Un parco che, nonostante la contrarietà delle varie parti in causa (Comune compreso, la cui posizione è ribadita nella stessa delibera in cui si stabiliscono le compensazioni) sarà realizzato. Come detto, a Lombardore atterreranno 300mila euro, così suddivisi: 150mila sarà il valore di un impianto fotovoltaico da allestire sui tetti di edifici comunali ancora da individuare della potenza minima di 100 Kw e con creazione di una Comunità energetica, il tutto a servizio della cittadinanza. Altri 40mila euro serviranno per realizzare un parco o un giardino pubblico sul territorio, mentre i restanti 110mila saranno impiegati per l’acquisto di una navetta elettrica a servizio della popolazione.
Compensazioni destinate a mitigare l’impatto dell’impianto sul territorio, ma non l’amarezza di chi quei pannelli non li ha mai visti di buon occhio: «È ormai una battaglia persa – sottolinea Ezio Lorenzetti, del Movimento Spontaneo Canavesano Tutela Ambiente Amici del parco della Vauda – Più che di transizione ecologica in questo caso di può parlare di transizione ideologica. Eravamo, siamo e saremo contro l’impiego di pannelli fotovoltaici a terra, specialmente su appezzamenti di terreni agricoli, mentre continueremo ad essere a favore degli impianti fotovoltaici sui tetti. Contro questo progetto ci siamo mossi in tanti, ma non è servito: la decisione è stata presa dall’alto. E visto che tanto deve arrivare, il Comune ha scelto di guadagnarci qualcosa: se ne assumerà la responsabilità». Ma si poteva fare di più per evitare che il progetto prendesse forma? «La Coldiretti si è mossa. Ha fatto una sua manifestazione proprio qui a Lombardore, accomunando il tema del terreno agricolo devastato dal fotovoltaico e quello che sarà sottratto per fare la bretella Lombardore – Front. Ma si è fermata lì – conclude – Sì, credo che la Coldiretti, e anche il Comune, avrebbero potuto fare di più per tutelare il nostro territorio».
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