RIVAROLO CANAVESE – Si è concluso venerdì 2 febbraio 2024, presso la sede rivarolese del CPIA 4 TORINO, il corso di formazione per gli insegnanti volontari delle scuole di italiano del Canavese. La scuola pubblica per gli adulti ha promosso l’iniziativa per favorire il confronto tra gli insegnanti del territorio su situazioni comuni e armonizzare le pratiche didattiche. I due incontri tenuti dalle insegnanti del CPIA ed esperte di apprendimento dell’italiano come lingua seconda, Francesca Lasi e Silvia Sabolo, che hanno contato più di trenta partecipanti provenienti prevalentemente dalla zona di Rivarolo ed Ivrea che gestiscono i corsi presso i comuni di Valperga, Val di Chy, Forno, Rivarolo, Cuorgné, Ivrea, Chiesanuova, Borgiallo e Torino. Le scuole di italiano gestite da volontari nate negli anni nella zona del Canavese sono molte e svolgono un ruolo fondamentale per un’inclusione positiva ed efficace.
Il CPIA 4 TORINO, attivo sui territori di Chivasso, Ciriè, Ivrea, Mathi, Rivarolo e Settimo è la scuola statale che, oltre ai corsi di apprendimento permanente e per il diploma di ex terza media, fornisce corsi di italiano per alloglotti e certifica le competenze raggiunte per gli adempimenti di legge. Negli anni l’istituto ha costruito una rete con le scuole di volontari già presenti sul territorio e si pone l’obiettivo di lavorare il più possibile in sinergia con queste realtà diffuse e capaci di accogliere le esigenze di zone che la scuola pubblica non riesce a soddisfare o riesce ad accogliere in parte. I piccoli centri e i comuni di montagna spesso sono luogo di residenza per famiglie che necessitano di imparare la lingua e spesso le donne in particolare hanno difficoltà a trovare il tempo e i mezzi per raggiungere la scuola. Sono ormai dislocati ovunque sul territorio centri e sistemi di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati politici.
Oltre a questi il fenomeno delle migrazioni dovute alla mancanza di sicurezza e instabilità economica in paesi come il Brasile o i paesi dell’America di lingua spagnola portano in Canavese molte persone ogni anno. Il panorama è variegato, da situazioni di scarsa o nulla alfabetizzazione a professionisti con titoli di studio accademici che hanno in comune una stringente necessità di apprendere la lingua come primo e fondamentale passo per l’inclusione sociale. Il successo di questo corso testimonia l’esistenza di una massa critica importante di persone, spesso ex insegnanti ed operatori sociali, che mette con continuità il suo tempo a disposizione con l’obiettivo di fare da ponte tra culture diverse, consapevole del fatto che la risposta alle sfide sociali e ai cambiamenti culturali è l’accoglienza e l’apertura.
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