martedì 10 Dicembre 2024

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LEINI – Claudio Cena espone allo Spazio Musa di Torino

La mostra si potrà ammirare fino al 27 gennaio nell'angolo di via Della Consolata, a due passi dal Santuario, in un crocicchio dove storia, arte e devozione per qualche settimana ancora andranno a braccetto

LEINI – La cornice, lo Spazio Musa, è di quelle che meritano di essere viste anche “vuote”, giusto per ammirare dall’interno un edificio storico del centro di Torino. Se poi ad una cornice incantevole si aggiungono le forme ed i colori delle opere di Claudio Cena, allora l’abbinata è perfetta.

Dopo aver dato nuova vita, almeno per un po’ di tempo, alle tante, indubbiamente troppe, vetrine di negozi con la saracinesca abbassata nella sua Leini, Cena fa il grande salto, e approda in una della location espositive più affascinanti della città, facendo conoscere le sue opera ad un pubblico più vasto, e facendo circolare la sua “Filotropia”, che è insieme un neologismo (coniato dallo stesso Cena per racchiudere in una sola parola il lavoro di ricerca che da anni sta portando avanti), una filosofia e uno stile assolutamente personale e particolare che sta conquistando critiche su critiche ed estimatori su estimatori.

«La sua produzione artistica è un percorso lineare e intelligente suggellato in quadri, sculture a parete, conformazioni installative che sfuggono alle definizioni canoniche: un pensiero tanto semplice da diventare complesso di un tracciato mentale e fisico, un processo che porta già dai suoi albori a creare una frattura con l’idea stessa di bidimensionalità. Non si tratta di elementi pittorici su di una superficie, ma di una superficie che collabora con un’altra alla creazione di un’opera artistica», ha detto di lui Lucrezia Nardi, docente dello Iaad nonché curatrice della mostra.

Poche righe che condensano l’arte di Cena. Quell’arte che ha sempre fatto parte della sua vita, ma come elemento da ammirare, da cui trarre suggestioni ed emozioni, e che ora lo vede protagonista grazie ad una tecnica – l’utilizzo del filo – perfezionata con il passare del tempo e delle opere, scoperta quasi per caso così come solitamente avviene per le scoperte più importanti. E che si può ammirare, fino al prossimo 27 gennaio, in quell’angolo di via Della Consolata, a due passi dal Santuario, in un crocicchio dove storia, arte e devozione per qualche settimana ancora andranno a braccetto.

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