CASELLE – Parte dalla patronale l’avventura de “La Piemontese”

Un piatto che punta a valorizzare alcune delle tante, e troppo spesso sottovalutate, eccellenze piemontesi; a far conoscere questo piatto ci penserà la Pro Loco già dal prossimo settembre

CASELLE – Dopo la milanese e la valdostana (e anche la bolognese, magari meno nota ma non per questo meno gustosa), una nuova cotoletta si appresta a conquistare le tavole dei ristoranti e delle fiere di paese: la piemontese, ovviamente. Carne, neanche di dirlo, di pura razza piemontese, e toma delle nostre valli (e magari, perché no, una grattata di tartufo sul formaggio fuso).

Un piatto che punta a valorizzare alcune delle tante, e troppo spesso sottovalutate, eccellenze piemontesi, ma che vuole essere anche un primo, magari piccolo ma comunque importante, passo per rivitalizzare il turismo della zona, una delle voci più importanti dell’economia regionale. E a far conoscere (in linea teorica ma, grazie ai cuochi del sodalizio, anche pratica) la nuova specialità ha provveduto, giovedì, pomeriggio la Pro Loco: «Del resto – ha commentato Elis Calegari – uno degli scopo di un’associazione come la nostra è proprio questa: valorizzare il territorio».

E a valorizzare questo piatto la Pro Loco inizierà già dal prossimo settembre, quando si apriranno i festeggiamenti della Patronale: proprio la Piemontese sarà il piatto principale tra quelli proposti dallo stand gastronomico. Giovedì pomeriggio, alla presentazione del piatto, anche colui che di questa ricetta è in qualche modo se non il papà almeno l’ideatore: Mino Giachino, già sottosegretario a Trasporti e Infrastrutture, che ha lasciato da parte linee ferrate e flussi di traffico e si è “dedicato” alla gastronomia: «Quando uno ha la testa che funziona, funziona in tutti gli ambiti, non solo nel suo», ha evidenziato.

CASELLE - Parte dalla patronale l'avventura de "La Piemontese"

L’ideazione di questo piatto nasce da uno dei tanti tour elettorali di Giachino, in Valle di Lanzo. Dove, pranzando in un ristorante, si era trovato sul menù una specialità tipica del Trentino. Di qui la concretizzazione di un’idea che frullava nella mente da qualche tempo, e cioè un piatto che raccontasse il territorio.

Un piatto, ma che giovedì è stato anche il punto di partenza per una discussione che ha coinvolto i sindaci presenti: dal padrone di casa Giuseppe Marsaglia ai colleghi di Mezzenile, Ceres e Sauze d’Oulx. Oggetto del dibattere: il turismo (che Caselle si è inventato, in parte, con il Cammino delle Valli), i trasporti, l’ambiente, lo sviluppo del territorio. E, soprattutto, la necessità da parte dei sindaci di fare rete, di unire forze e risorse per cercare soluzioni ai problemi che colpiscono i loro territori.

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