POLITICA – La Camera ha approvato all’unanimità, con 281 voti, la proposta di legge sull’oblio oncologico che introduce il sacrosanto diritto all’oblio, introducendo norme per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche. Con questa legge chi ha avuto un tumore, trascorsi 10 anni dalla fine del trattamento per i maggiori di 21 anni, non dovrà più dichiarare la propria patologia pregressa e non gli potrà più essere proibito accedere ad un mutuo, richiedere un prestito, stipulare un’assicurazione e adottare un bambino.
Il provvedimento prevede che, per i minori di 21 anni, il diritto all’oblio sia garantito trascorsi 5 anni dalla fine delle cure e, in più, rimette al governo la possibilità di abbassare il periodo ulteriormente. Prima firmataria di questa proposta di legge è Maria Elena Boschi di Italia Viva che ha fortemente portato avanti questa battaglia per l’eliminazione di uno stigma sociale, ma ha trovato approvazione trasversale da tutte le forze politiche. Un testo che, approvato ora alla Camera, attende il verdetto del Senato per l’approvazione definitiva.
«Ci sono oltre un milione di persone che per la scienza sono guarite da una malattia oncologica, eppure hanno un trattamento diverso quando devono chiedere un mutuo per comprare casa, un prestito per acquistare un’auto o addirittura se vogliono essere padre e madre chiedendo l’adozione di un bambino. Questa è una vera e propria ingiustizia che la nostra legislazione ha tollerato. Ora abbiamo la possibilità di fare un passo in avanti. Questa legge per ciascuno di noi ha un nome e un volto, perchè ogni famiglia ha fatto esperienza di una malattia oncologica. Una legge che è una speranza, che conferma che dalle malattie oncologiche si guarisce e che si può ricominciare una vita senza il peso di uno stato che sembra porre ostacoli. E’ stato il primo atto che ho presentato in questa legislatura, con le firme dei colleghi di maggioranza e opposizione» ha commentato Maria Elena Boschi.
Un primo passo verso il superamento di una discriminazione che colpisce tante, troppe persone in Italia. Si stima, infatti, che siano 3,6 milioni le persone che abbiano ricevuto una diagnosi di tumore e, di queste, oltre un milione (circa il 27%) può essere considerato guarito. Un concetto quello della “guarigione” sostenuto anche dalla Fondazione Aiom, Associazione Italiana Oncologia Medica, nata nel 2005, assolutamente diverso dalla sopravvivenza. Infatti, un paziente oncologico è considerato guarito quando raggiunge la stessa attesa di vita della popolazione generale, e varia a seconda del tipo di tumore.
Il diritto all’oblio è “una rinascita sociale”: un messaggio di speranza e di libertà per milioni di persone che hanno sofferto di malattia oncologica, storie di vita, di famiglie, i cui diritti possono finalmente essere riconosciuti e garantiti.