CUORGNE’ – Si è tenuto ieri, martedì 1 agosto nella chiesa dell’Ex SS Trinità, il consiglio comunale aperto convocato dal Sindaco Giovanna Cresto su richiesta di 1/5 della minoranza, come previsto dal Regolamento stesso del Comune di Cuorgnè. Il tema oggetto del consiglio è stato il futuro dell’ospedale, del suo rischio di privatizzazione e quello del pronto soccorso aperto h24. Adesione massiccia della maggior parte degli amministratori dei comuni della zona omogenea 8 Canavese occidentale, che comprende ben 46 comuni e circa 82 mila abitanti, di cui il primo cittadino di Cuorgnè è il portavoce.
Grande assente al consiglio l’Assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, che nei giorni scorsi aveva risposto, in modo piccato, all’invito del comune di Cuorgnè per far chiarezza sullo studio commissionato dalla Regione Piemonte e redatto da AGM Project Consulting srl “Sull’Analisi e definizione delle azioni di riordino della rete erogativa dell’ASL TO4”. Uno studio in cui, come spiegato da Giovanna Cresto, si parla del futuro dell’ospedale, della sua riqualificazione e che, secondo quanto risulta dai parametri presi in considerazione, (tra cui il numero di accessi annui che nel 2019 era di 18.372 contro il minimo di 20.000 accessi), prevederebbe il mantenimento del Punto di Primo Intervento in essere dai primi giorni dell’anno. Rispetto alla riqualificazione, nello studio, si parla di esternalizzare di alcuni servizi al privato, tra cui le prestazioni di area chirurgica, per ridurre la mobilità passiva intraregionale.
Ad esporsi, non essendo presente la regione, è stato il Direttore Generale dell’ASL TO4, Stefano Scarpetta: “Forse vi aspetterete delle risposte, che però io non ho. Non ne ho neanche la competenza, ma ci metto comunque sempre la mia faccia. Voglio però farvi sapere quanto ho appreso dallo studio: per prima cosa lo studio è finanziato da una compagnia bancaria privata, quindi non è stato pagato né dall’Asl né dalla Regione e, per quanto ho letto, non si parla di privatizzazione ma di esternalizzazione. Voglio chiarire che già parte del servizio che viene offerto giornalmente al PPI, almeno per quanto riguarda la parte medica, è esternalizzata. Abbiamo fatto una gara d’appalto per i medici, dove non si è presentato nessuno, ma è il primario del pronto soccorso di Ivrea che è a capo del servizio di questa struttura. Ora il PPI funziona 12 ore con 30 passaggi giornalieri e sarà nostra cura cercare di portarlo a 24 ore nei prossimi mesi. Ho anche sentito il Presidente Cirio il quale mi ha confermato che questo studio non è vincolate”.
Una quindicina gli interventi che si sono susseguiti nelle tre ore del consiglio comunale: particolarmente interessanti ed importanti quello del Segretario Nursid Torino, Giuseppe Summa e della Dottoressa Chiara Rivetti, Segretario Regionale di ANAAO Assomed Piemonte, che hanno rimarcato l’importanza del nosocomio di Cuorgnè per il territorio canavesano, sottolineando la fatica che l’Asl fa nel reperire i medici necessari per il suo funzionamento. Stessa cosa per gli infermieri in servizio al PPI che, almeno per quanto riguarda Cuorgnè, sono stati sottratti agli altri reparti, come ad esempio la geriatria.
“Abbiamo manifestato a Torino il 27 maggio per difendere la sanità pubblica, siglando poi un accordo con la Regione che prevede la reinternalizzazione dei servizi di circa 1000 lavoratori della sanità. Ipotizzare che a Cuorgnè avvenga un’esternalizzare sarebbe in disaccordo con quanto firmato. Con migliori condizioni di lavoro e di remunerazioni, i medici lavorerebbero nel pubblico, e non nel privato. E questo vale per tutto il Sistema Sanitario Regionale e Nazionale. La carenza di specialisti che, in alcuni casi purtroppo obbliga, per mantenere i servizi aperti, ad esternalizzare (es. cooperativa nei pronto soccorso) nell’arco di 3-4 anni si risolverà, progressivamente, dunque questi progetti sono in contrasto con una realtà lavorativa in fase di cambiamento. Richiedere l’apertura di nuovi servizi, siano essi di chirurgia o di emergenza urgenza, non può prescindere dalla contestuale garanzia della massima sicurezza e qualità delle cure. Questo è un aspetto irrinunciabile, soprattutto nei piccoli ospedali, a tutela dei lavoratori ma soprattutto dei cittadini” ha commentato Rivetti.
Coro unanime e compatto è giunto dal consiglio comunale cuorgnatese, compresa la minoranza, e di tutti i sindaci della zona omogenea 8 Canavese occidentale sul potenziamento dell’ospedale e la riapertura del PS h24, creando un tavolo permanente di confronto e di vigilanza, ma anche di reale contributo per costruire quelle indispensabili sinergie da cui non si può prescindere per rilanciare il presidio, il pronto soccorso e la sanità. Piena solidarietà è stata da tutti espressa nei confronti di Giovanna Cresto, per la poco piacevole risposta giunta dall’Assessore Icardi, al quale l’amministrazione ha voluto rispondere con un intervento durante il consiglio di cui riportiamo una parte: “I sindaci? I sindaci quindi cosa fanno? In teoria, il Sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio, partecipa alla Conferenza dei Sindaci della TO4 e svolge il ruolo di garante dei cittadini nei confronti dell’azienda sanitaria sollecitando, ove necessario, il rispetto dei diritti alla salute della comunità, nelle forme e nei termini previsti dalle linee regionali. Regionali. Di fatto, oltre a questo, si trova costantemente impegnato a vigilare sia sull’operato dell’ASL sia sulle scelte regionali, per cercare di scoprire come vengano tradotte le linee di indirizzo regionali tradotte e, quando va male invece, si mette a cercare ortopedici, medici di base, urgentisti, poiché manca personale. E la frase nota che “a Cuorgnè non vuole venire a lavorare nessuno” è stata una tra le risposte che abbiamo sentito più frequentemente.
Quindi siamo andati a cercare alloggi disponibili da offrire, abbiamo pensato a possibili agevolazioni per attrarre il personale. Incontrato persino ortopedici dalla Sicilia. Abbiamo studiato delibere, incontrato e incontriamo cittadini, dirigenti, tecnici, politici, sindacati… manca solo la laurea in medicina. Ma tutto questo è sintomo di un sistema allargato che non funziona. Non compete al Sindaco l’organizzazione né l’allocazione delle risorse nei presidi. Il sindaco ha sì poteri di ordinanza in materia igienico-sanitaria e sì è compito dei sindaci rendere maggiormente autorevole la Conferenza dei Sindaci, organo preposto. Ma questo è quello che possono fare, occuparsi di tutelare la salute dei cittadini ,vigilando sugli organi preposti. Perciò caro Assessore Regionale, nessuno di noi invidia il posto che lei ricopre e i problemi che le ricadono addosso. D’altronde la crisi del sistema non è nata con lei, ricordo bene il 2007, anno in cui le prime Regioni sono state obbligate a rientrare in Piano di rientro con un disavanzo superiore al 5 per cento del Fondo sanitario. Una crisi non da ieri e nemmeno dallo scorso anno. Però possiamo ricordarle che anche lei è stato amministratore locale, si è trovato nelle nostre stesse situazioni.
Ci può quindi comprendere: al posto di evitare il confronto se non tramite giornali quando noi le abbiamo sempre scritto anche ufficialmente, invitandola sul territorio, oppure di delegare l’ASL e riservare dei toni che non ci appartengono e un modo di fare da cui prendiamo distanza, potrebbe dirottare i suoi toni chiari per chiedere a gran voce la necessità di aumentare la quota del fondo sanitario in rapporto al Pil, i tetti di spesa per ciascuna regione che accede al Fondo sanitario nazionale, per vigilare il possibile slittamento dei fondi del Pnrr per la realizzazione delle case di comunità. Insomma lo faccia in sede di Conferenza Stato –Regioni, non con noi”.
Sul finale del consiglio comunale, perchè impegnato in quello regionale terminato intorno alle 18.30, è giunto anche il consigliere regionale Mauro Fava che, scusandosi per il ritardo ci ha rilasciato una sua dichiarazione: “Non avendo seguito dall’inizio i lavori esprimo la mia solidarietà al sindaco e tutta l’amministrazione comunale per la risposta avuta dall’assessore alla sanità in merito all’invito a partecipare. Confermo il mio impegno e sostegno affinché l’ospedale di Cuorgnè torni ad essere efficiente come loro era nel pre-covid”.
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