LEINI – Rabbia e preoccupazione. Sono i sentimenti che vivono in questi giorni i famigliari degli ospiti della casa di riposo Capirone dal momento che, in tempi neppure troppo lontani, i loro cari saranno trasferiti in altre strutture. Una situazione nata in seguito alla concessione in comodato d’uso della struttura all’Asl To 4 da parte del Comune, affinché lo stabile sia sottoposto agli interventi necessari per diventare, grazie ai fondi del Pnrr, una delle 11 case di Comunità previste dal piano della Regione.
Che, a fronte dei lavori, gli ospiti dovessero essere trasferiti, era cosa nota, ma era cosa altrettanto nota che i cantieri non sarebbero stati immediati. E invece dall’Asl è arrivata una accelerazione sui tempi che ha preso in contropiede le famiglie. «Una cosa che ci è piovuta tra capo e collo, un fulmine a ciel sereno – spiega il fratello di uno degli ospiti – Intendiamoci: è giusto fare i lavori se servono ad avere una struttura più grande ed efficiente. Ed è giusto intervenire per non perdere i fondi del Pnrr. Ma tutto questo non deve avvenire sulla pelle degli ospiti. Persone fragili, spesso malate, con mille problemi che al Capirone hanno trovato una sorta di seconda famiglia. Si rendono conto dal Comune cosa voglia dire sradicare queste persone dal loro ambiente, dove ormai si sentono a casa, e inserirli in un contesto completamente diverso?».
La posizione dell’Asl, a detta dei famigliari, è quella di trovare posti in altre strutture nell’ambito della stessa regione: «Il che vuol dire magari a Cuneo, o ad Alessandria – prosegue – Ma se anche fossero realtà più vicine, sarebbe comunque un problema per i famigliari. Magari anziani, e che attualmente possono permettersi di visitare i loro cari proprio perché possono raggiungere il Capirone a piedi. E che dire dei costi? Chi garantisce che le rette nella ipotetica nuova struttura non subiscano dei ritocchi verso l’alto? Personalmente integro la pensione di mio fratello versando circa il 50 per cento di tasca mia. Uno sforzo non indifferente, ma che per un parente si fa senza problemi. Ma sarebbe difficile, per me come per altri, dover versare cifre maggiori».
Uno dei motivi che ha indotto l’Amministrazione a concedere in comodato d’uso la struttura all’Asl è stata la situazione dei costi del Capirone, non più sostenibili dal Comune: «Siamo seri – prosegue – In questa struttura ci sono molti posti vuoti. Se funzionasse a pieno regime, se tutti i letti fossero occupati, non ci sarebbero problemi di costi. Le soluzioni per ovviare a questa situazione ci sono. Ma spostare gli ospiti non è certo la migliore. E comunque non siamo noi gli unici ad essere preoccupati. Anche il personale che lavora in struttura vive dei momenti di forte tensione, dal momento che non sanno che ne sarà del loro impiego. Anche loro, come noi, non hanno ricevuto certezze, né rassicurazioni, né indicazioni chiare da chi di dovere».
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