LOMBARDORE – Con l’arrivo della bella stagione (almeno in teoria), e con l’aumento delle temperature (almeno in teoria), si è risolto (questa volta anche in pratica) il problema dell’utilizzo della palestra da parte dei ragazzi delle scuole, per le loro ore di educazione fisica. Da qualche giorno, infatti, la palestra ha di nuovo aperto le porte per insegnanti e studenti, dopo che gli stessi prima erano stati costretti prima a svolgere le lezioni all’aperto e poi nel sotto scuola, adattato per le esigenze della materia.
Una situazione accolta con favore anche dal gruppo di opposizione, che su questa vicenda aveva promosso più di una interrogazione: «Ovviamente non possiamo che essere soddisfatti del fatto che i ragazzi possano tornare ad utilizzare la palestra – sottolinea il Capogruppo Diego Maria Bili – Ma non possiamo non notare l’incongruenza che ha accompagnato questa vicenda. Prima, quando faceva freddo, i bambini svolgevano l’attività all’aperto. Poi nel sotto scuola, in un locale cioè che non è perfettamente idoneo ad ospitare questo tipo di attività, ed ora che siamo in primavera, tornano a fare ginnastica al chiuso, in palestra. Una incongruenza di cui ci siamo resi conto noi come opposizione, ma di cui si sono rese conto anche le famiglie dei ragazzi, che hanno fatto sentire la loro voce, anche con una raccolta firme, per sbloccare la situazione».
Il problema di fondo era quello del riscaldamento, e dei maggiori costi per le spese legate all’energia che nei mesi scorsi hanno colpito non solo le famiglie ma anche gli enti pubblici. «Certo, ma era un problema facilmente superabile – prosegue – Del resto si trattava di un solo giorno a settimana. Bastava accendere il riscaldamento la sera prima, e spegnere nuovamente al termine delle lezioni. Non era certo una cifra impossibile da affrontare, fermo restando il fatto che agli enti locali erano stati erogati dei fondi per fare fronte ai rincari dell’energia. Diciamo che si è trattato di un flop da parte dell’Amministrazione, e crediamo che non sia l’unico. Cosa di cui, del resto, si sono resi conto anche i lombardoresi».
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