VALPERGA – Un Comitato nato per gridare a gran voce la necessità di riaprire il Pronto Soccorso di Cuorgnè. E’ quello di Difesa della Sanità Pubblica dell’Alto Canavese, che si è presentato alla stampa in maniera ufficiale nel tardo pomeriggio di ieri, lunedì 27 febbraio, nella cornice della Società Operaia di Valperga. Un gruppo formato attualmente da una ventina di persone, che si rivolge ai canavesani affinché si faccia “massa critica”, si chieda tutti insieme, uniti, agli enti competenti che un servizio essenziale come il Ps riapra i battenti nel pieno delle sue funzioni.
Sono stati Riccardo Tessarini, Bruno Boggio, Davide Pieruccini, Danilo Armanni, Ermes Zerbinatti, oltre a Claudio Carlone e Giuseppe Summa, rispettivamente rappresentanti della FPCgil e del Nursind, ad aver esposto i motivi che li hanno spinti a scendere in campo per questa causa. “La situazione della Sanità pubblica versa da parecchio tempo in una condizione di sempre più grave difficoltà nella erogazione di tutti quei servizi consoni e indispensabili per il soddisfacimento generalizzato del “diritto alla salute” sancito dall’articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana e tuttora vigente” si legge nel comunicato che è stato redatto dal gruppo.
“Nella Regione Piemonte, come in tutte le Regioni d’Italia, la Sanità pubblica viene ormai surclassata a tutti i livelli da quella privata, grazie ad una costante restrizione dei fondi erogati dallo Stato e dalle Regioni e ad una politica compiacente verso l’ aziendalismo sanitario privato da parte dei governi che si sono man mano succeduti nel corso degli ultimi trent’anni”.
“In particolare si somma, alla carenza sempre più marcata degli organici, l’eliminazione di interi reparti nosocomiali e la riduzione drastica dei posti letto e del personale rispetto ad essi operante, nel nome di una razionalizzazione che svilisce e danneggia sempre più pesantemente l’inerme cittadino”.
“Un aspetto particolarmente grave di questa disastrosa situazione e la sempre più accentuate scomparsa del servizio di Pronto Soccorso. Sul nostro territorio alto-canavesano era in passato egregiamente operante il Pronto Soccorso dell’OC di Cuorgnè, ormai irrimediabilmente soppresso dopo l’ evento pandemico, nonostante la sua conclamata necessita, reclamata anche di recente da una ragguardevole mobilitazione popolare con una significativa raccolta di firme a sostegno della richiesta”. Il Comitato, che si rivolge alla gente e vuole coinvolgere i cittadini, ha le idee chiare: “La decisione di dotare l’OC di Cuorgnè di un PPI ci trova fortemente contrari, sia per la dichiarata limitatezza se non quasi inconsistenza del servizio offerto, sia per i suoi costi di gestione, affidata a medici privati compensati a gettone con soldi pubblici”.
“II Comitato di Difesa della Sanità Pubblica dell’Alto Canavese considera pertanto prioritaria la riapertura a pieno regime del PS dell’OC di Cuorgnè, in quanto servizio imprescindibile e assolutamente indispensabile per i cittadini del territorio di competenza della struttura vasto e disagiato, in quanto ricadente, per gran parte, in area montana e perciò normativamente tutelato”. “In tal senso il Comitato deciderà di operare legalmente presso le istituzioni preposte con un’ opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, al fine di indurre la politica a misurarsi con tale urgenza di comunità e corrispondervi adeguatamente. Il Comitato si doterà, a seguito della sua costituzione, di uno statuto che ne disciplinerà l’impegno e l’azione”.
Il Comitato, che è anche molto attivo sui social (con una pagina Facebook che conta 850 membri attualmente) vuole confrontarsi con i canavesani, con gli amministratori locali, con gli addetti ai lavori, con le istituzioni regionali in modo da arrivare ad ottenere risposte certe.
Prossimamente saranno organizzati incontri, eventi e manifestazioni che hanno lo scopo di sensibilizzare il territorio riguardo tale problema ed ottenere soluzioni che non siano dei “tappa buchi”.
“Quello del Pronto soccorso è un servizio importante per tutti, perché ognuno di noi può averne bisogno. Noi ci stiamo mettendo la faccia e la buona volontà, ma più saremo e più la nostra voce sarà forte, più avremo la possibilità di farci sentire e di raggiungere l’obiettivo”.