martedì 21 Gennaio 2025
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Intervista al Console Generale d’Italia a Caracas, Nicola Occhipinti

Il Console Generale d’Italia a Caracas, Nicola Occhipinti, intervistato da Alessandra Hropich

Domanda: Console, ho notato che lei è una persona molto socievole, social e gradevole nei modi, le chiedo se è un fatto caratteriale o il suo prestigioso ruolo, la incita ancora di più ad essere proiettato verso il prossimo.
Risposta: La ringrazio di cuore. Credo sia un fatto che dipenda da ambedue gli aspetti: ho avuto sin da piccolo un carattere gentile e ottimista; inoltre, l’empatia deve essere una qualità peculiare di ogni diplomatico.


Domanda: Lei ha detto che è a Caracas da oltre due anni e mezzo, cose le ha dato questa esperienza?
Risposta: Dopo aver svolto le funzioni di Console a Buenos Aires (2004-2008) e di Console Generale nel Sud del Brasile per altri quattro anni (2014-2018), ho accumulato una più approfondita conoscenza su cosa rappresentano gli Italiani all’estero per la nostra Nazione. Stiamo ricevendo oceani di affetto, riconoscenza, ringraziamenti: tutte manifestazioni di gratitudine che mi gratificano molto, spingendomi a proseguire lungo il cammino del progressivo miglioramento nella nostra offerta di servizi consolari sempre più efficienti in favore dei nostri amati connazionali.


Domanda: Come ci si sente a rappresentare gli italiani in terra straniera?
Risposta: È fonte di immenso onore perché i connazionali all’estero sono una componente essenziale del nostro sistema Paese. È anche una grande responsabilità perché, soprattutto in contesti complessi, non tutto dipende da noi. Occorre saper gestire con massima prontezza e scrupolo spesso anche fattori imprevisti ed esogeni.  Sinora siamo riusciti ogni volta ad intervenire tempestivamente, gestendo anche i casi più complessi e critici e riuscendo a risolverli, con piena soddisfazione degli interessati.


Domanda: Gli italiani all’estero sono un capitale umano incredibile, lei spesso dice. Ci può approfondire questo argomento?
Risposta: Vero. Dal 2014 ripeto che gli Italiani all’estero sono un inestimabile capitale umano che l’Italia ha il dovere di valorizzare sempre di più. Perché sono un capitale umano? Perché hanno contribuito, contribuiscono e contribuiranno concretamente, in vari modi, alla crescita della economia italiana. In quali modi? Imprenditori che comprano macchinari e tecnologia dall’Italia (un solo macchinario vale anche sei milioni di euro); coppie di 60enni stanche della carenza di sicurezza in Sud America scelgono l’Italia quale meta del proprio buen retiro, comprando una casa nel Bel Paese; studenti che si iscrivono presso università italiane; giovani che decidono di intraprendere una nuova avventura professionale in Italia, con umiltà, mettendosi in gioco nella nostra Nazione; turismo, anche delle radici; quotidiano acquisto di prodotti Made in Italy (alimentari, mezzi di trasporto, design, moda, ecc.). La valorizzazione di questo Capitale umano inizia proprio dagli sportelli dei nostri Consolati nel mondo. Infatti, le scelte operate nella vita di ogni famiglia (macchinari, turismo, buen retiro, studenti,  lavoro, Made in Italy) vengono influenzate anche dal trattamento ricevuto presso i nostri Uffici consolari.

Se vengono accolti come a casa loro e  se ricevono servizi consolari di elevata qualità (rapidi e trasparenti), sentono che lo Stato è al loro fianco e percepiscono la Madrepatria come una mamma che li abbraccia.

In tal modo, stiamo valorizzando questo Capitale umano, generiamo entusiasmo, contribuiamo a rafforzare il sentimento patriottico e ad accelerare e intensificare dinamiche economiche, di interscambio umano e di flussi di beni e servizi con l’Italia, che spingono il nostro PIL. Calcolando riduttivamente che (nei suddetti modi) ogni connazionale all’estero fornisce un contributo pro capite di 1.000 euro annui, parliamo di sei miliardi di euro che entrano in Italia all’anno. Tale importo si può dimezzare (3 miliardi) se lavoriamo male e si può raddoppiare (12 miliardi di euro) se lavoriamo bene.

Tale visione ci viene confermata ogni giorno da tutti i nostri interlocutori (imprenditori, liberi professionisti, accademici, artisti, studenti, ecc.).    



Domanda: In sintesi, ci dica alcuni dei compiti più importanti di un Consolato.
Risposta: Erogare servizi consolari efficienti, rapidi, trasparenti e cordiali. In tal modo avviciniamo i connazionali alla loro Madrepatria.

A Caracas, la nostra offerta è superiore alla domanda per tutti i servizi consolari (passaporti, notarile, studi, stato civile, anagrafe, visti), nonostante la forte riduzione dell’organico (il personale di ruolo è sceso dalle 14 unità del 2017 alle attuali 3 unità) e un contesto particolarmente complesso.

Ci viene unanimemente riconosciuto (dagli utenti, dal COMITES, dal CGIE, dai Patronati e dalla Rete consolare onoraria) il merito di aver stroncato lo squallido fenomeno della “vendita” di appuntamenti, fenomeno che resta purtroppo comune in altre aree del mondo.

L’unico lievissimo ritardo (tre mesi per l’appuntamento e altri quattro per il riconoscimento, a fronte dei 730 giorni previsti per legge per la lavorazione della pratica) lo stiamo registrando per il riconoscimento di cittadinanza iure sanguinis, dovuto all’elevato volume di domande e alla complessità delle pratiche. Non registriamo invece alcun ritardo nelle pratiche di concessione della cittadinanza iure matrimoni.  

Un nostro motto: gli utenti devono entrare in Consolato sorridendo, starvi il meno possibile ed uscirne sorridendo di più. Cerchiamo di aiutare tutti, sempre nel rispetto delle vigenti disposizioni.

Particolare cura deve essere posta anche nella gestione dei flussi di utenti in entrata e in uscita dal Consolato.

Abbiamo anche salvato e rilanciato la scuola paritaria Agustin Codazzi, che dallo scorso sta gradualmente tornando al suo antico prestigio e splendore: il diploma di liceo scientifico a Caracas rappresenta un importante investimento in capitale umano.


Domanda: Lei giustamente ricorda i due gravi problemi italiani, come la bassa natalità e la fuga di cervelli. Ci dica qualcosa al riguardo.
Risposta: Sono due drammatici fenomeni che possono essere almeno parzialmente compensati nel seguenti modo.

Grazie a tantissimi giovani connazionali nati in sud America (e riconosciuti cittadini iure sanguinis in quanto figli o nipoti di Italiani) che decidono di migrare attraversando l’Oceano atlantico “al contrario”, iniziando una nuova avventura professionale in Italia, con umiltà, mettendosi in gioco nella nostra Nazione, contribuendo così a compensare questi i due drammatici fenomeni che affliggono l’Italia (il bassissimo tasso di natalità e la fuga dei cervelli).

Molti di questi giovani connazionali nati in Sud America sono laureati.


Domanda: Con enfasi, in un suo video, parla di sportello consolare efficace, ce ne parli.
Risposta: Significa offrire servizi consolari che soddisfino gli utenti in tempi rapidi, sempre nel rispetto della legge.

Per raggiungere l’obiettivo di far sentire lo Stato vicino ai connazionali, occorre a mio avviso curare i seguenti aspetti.

1) Rispondere a tutti entro 24 ore.

2) Curare il sito web con il massimo scrupolo, affinché le informazioni siano organiche e chiare e al contempo complete.   
3) Motivare tutti i collaboratori, enunciando il concetto di Capitale umano. Ricordiamo che essere “al servizio” equivale a compiere una “missione”, per la quale occorre avere una vera e propria “vocazione”.

La motivazione, unita alla tecnologia (fra i primissimi al mondo abbiamo realizzato la digitalizzazione di tutto il nostro archivio consolare fra novembre 2021 e giugno 2022), moltiplica le risorse ed accresce la produttività.

Inoltre, è essenziale il rispetto assoluto fra tutti, in modo da garantire un clima sereno nel luogo di lavoro. Altro motto: si lavora meglio, non di più.  

Motivazione e produttività sono quindi le nostre stelle polari.    

4) Comunicazione: forte impulso ai Social Media. Abbiamo creato da zero gli account Instagram, Facebook e Twitter. I nostri singoli post raggiungono spesso migliaia di “Mi piace”. Con 55.500 follower, il nostro account IG è al primo posto dell’intera nostra Rete diplomatico consolare, superato solo da quello della Farnesina (101.000 follower); con 33.800 follower, il nostro account Facebook è al terzo posto fa tutti gli account Facebook della nostra Rete diplomatico consolare.

5) Lavoro di Squadra e stretto coordinamento con Ambasciata, Consolato a Maracaibo, CGIE, i due COMITES, Patronati e rete consolare onoraria dipendente.



Domanda: Trovo bellissima la sua affermazione secondo la quale, ogni italiano all’estero è come un Ambasciatore dell’Italia. Spenda qualche altra parola per i nostri lettori.
Risposta: Ogni connazionale all’estero è un Ambasciatore dell’Italia perché offre il proprio contributo alla crescita dell’economia italiana. Negli svariati modi elencati poc’anzi. Molto semplice.


Domanda: Il Console Occhipinti, cosa faceva prima di diventare Console?
Risposta: Quella di Console è una delle funzioni della carriera diplomatica. Il mio CV è disponibile sul nostro sito web, www.conscaracas.esteri.it   (vice Capo missione a Singapore, Console a Buenos Aires, vice Capo missione a Helsinki, Console Generale a

Porto Alegre, oltre a svariati incarichi al MAECI, fra cui Capo ufficio e Capo Segreteria di una Direzione Generale e di un Sottosegretario).

Prima di vincere il concorso nel 1997, ho vissuto brevi esperienze lavorative (nel 1994/95 e nel 1996) in qualità di maestro di sci.


Domanda: Nonostante lei sia a Caracas a rappresentare l’Italia, cosa le piace di Caracas e del Venezuela?
Risposta: Di Caracas, il clima di eterna primavera, favorito dalla sua altitudine; le Guacamayas (i suoi pappagalli gialli e azzurri, simbolo della città), l’Avila, l’imponente catena montuosa che la separa dal mare.

Del Venezuela, la sua natura rigogliosa, i suoi fiumi, il mare cristallino, luoghi magici come Canaima.

Domanda: Quando lascerà questo prestigioso incarico, cosa le mancherà di Caracas?
Risposta: Sicuramente l’immenso affetto dei connazionali e le nuove amicizie nate qui.

Domanda: I venezuelani assomigliano, in base alla sua esperienza, in qualcosa agli italiani?
Risposta: Certamente sì, tenendo presente che le culture e le lingue dei due Paesi, ispanica e italiana, sono neolatine. Siamo quindi accumunati da valori molto simili quali famiglia e religiosità e dallo stesso approccio gioioso alla vita.    


Domanda: Per concludere, tutti noi vogliamo sapere un hobby, una passione, che esula magari
dall’incarico, del Console italiano Nicola Occhipinti.
Risposta: Gioco ancora a calcetto. Ma la mia grande passione adesso è il padel, sport che, oltre ad offrirmi un importante sfogo psicofisico, mi permette di stare con i connazionali, ascoltando le loro esigenze in un contesto più rilassato e creando nuove amicizie. Mi piacciono molto anche il cinema e i documentari.