CANAVESE – “Ammonta a quasi 1 milione di euro il taglio subito dall’ ASL TO4, per il finanziamento dei tetti di spesa per le assunzioni del personale, fatto dalla Regione Piemonte 203 milioni di euro a disposizione nel 2021, ma poiché non sono stati spesi totalmente, per il 2022 si passa a 202 milioni.”
A sollevare la questione è Giuseppe Summa, Segretario Nursind Torino che aggiunge:
“Di conseguenza l’incremento del tetto di spesa rispettivamente del 4% e 6% previsti per il 2023 e 2024, sarà decisamente inferiore poiché parametrato sul nuovo tetto assegnato. Rispetto alla bozza iniziale presentata ad Aziende e sindacati, l’Asl TO4 perderà 920.923 euro sul 2022, 1.409.196 euro sul 2023 e 2.226.665 euro sul 2024.
Risorse che non sono andate perse, ma che sono state ridistribuire ad Aziende virtuose che hanno avuto il coraggio di assumere per le varie necessità.
Le nostre preoccupazioni nei confronti dei vertici ASL TO4, purtroppo erano fondate.
Se è vero che i medici si fanno fatica a trovare per la nota carenza nazionale, andava fatto qualcosa in più sul comparto che non è stato fatto. Risorse che abbiamo perso e non potremmo riutilizzare.
Abbiamo perso per strada diversi OSS e nonostante le numerose carenze, ogni mese ci ritroviamo a dover ricontattare con l’azienda i contratti in scadenza.”
“Finalmente adesso è uscito un bando a 36 mesi per infermieri, – prosegue Summa – ma appena deliberata la graduatoria, bisognerà essere rapidi ad assumere e accellerare sulle stabilizzazioni, senza aspettare la scadenza dei loro contratti a tempo determinato, così come stanno già facendo altre aziende. Siamo seriamente preoccupati per i servizi già in grossa difficoltà .
A titolo esemplificativo, le sale operatorie rischiano di ridurre l’attività, e in molti servizi non si riescono più a garantire, nemmeno i contingenti minimi. Per questo abbiamo scritto alla Conferenza dei Sindaci, nella speranza che contrariamente a quanto accaduto in passato in altre situazioni, ci sia una forte presa di posizione. A breve inizieremo azioni di protesta che coinvolgeranno l’intera cittadinanza.”
La problematica è stata rimarcata anche da Nursind Piemonte, perchè coinvolge tutte le aziende sanitarie.
“La DGR 46 – 6202 ha approvato i piani di fabbisogno triennali del personale delle aziende sanitarie regionali per il triennio 2022 -2024 e i tetti di spesa per lo stesso triennio.
Tenuto conto che il nuovo vincolo di spesa del personale può essere incrementato del 10% ai sensi del art. 11 comma 1 del DL 35/19 e che con DGR 39-5493 era stato previsto un incremento del 2% nel 2022, il 3% nel 2023 e del 5% nel 2024 dei tetti di spesa delle stesse aziende. – Riferisce in una nota Francesco Coppolella – Considerata la deroga in mancanza di risorse economiche per l’anno corrente, le risorse sono slittate al 4% per il 2023 e del 6 % per il 2024. La dgr in questione, attraverso una rimodulazione, non condivisa, assegna i tetti di spesa del personale del 2022 con criteri legati alle risorse effettivamente utilizzate, anche laddove, in alcuni casi si sia autorizzato a sforare il tetto di spesa.
In sostanza, in modo esemplificativo, per l’anno 2022, se una azienda sanitaria regionale aveva negli anni precedenti un tetto di spesa per il personale del valore di 100 e ne ha utilizzati solo 80, il tetto assegnato per il 2022 sarà di 80 e l’incremento del 4% del 2023 e del 6% del 2024 sarà riparametrato su 80.
Il risultato sarà che queste aziende avranno meno soldi di prima per le assunzioni di personale, finanche con l’incremento previsto per il 2023 -2024, potrebbero avere meno risorse di quelle attuali e minori possibilità assunzionali.
La prima domanda da porsi e che dovrebbe porsi innanzitutto la Regione è: perchè non sono stati utilizzate le risorse assegnate vista la necessità di reclutare personale che ancora tutt’ora permane?
Ora, considerato che non siamo una azienda di scarpe ma parliamo di aziende sanitarie regionali, la regione oltre a porsi questa domanda, invece di tagliare le risorse, dovrebbe chiederne conto, perché se non sussistono ragioni oggettive, rispetto a chi invece lo ha fatto, qualche valutazione andrebbe fatta sull’operato delle aziende.”
“Forse, proprio perché stiamo parlando di servizi sanitari e non stiamo giocando a monopoli per vedere chi è più bravo o più furbo tra le amministrazioni,- conclude Coppolella – invece
di ridurre il tetto di spesa, bisognerebbe obbligare ad utilizzare i soldi che non sono stati spesi per assumere personale.
A guadagnarci le aziende che hanno assunto di più, come Mauriziano, Cuneo 2, Aso Novara, quest’ultima con un più 4 milioni. Le altre che non lo hanno fatto, magari più concentrate sul personale covid, con spesa che resta fortunatamente extra tetto, perderanno risorse importanti e avranno minori capacità assunzionali. Risorse infatti che non potranno essere ricomprese nei futuri tetti di spesa e che quindi andranno perse, semplificando, personale che perderemo. Esprimiamo ancora una volta forte preoccupazione.
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